Il 396° Festino di Santa Rosalia: l'intimità di un omaggio senza folla

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FESTE E SAGRE VALORI ED EMOZIONI

Il 396° Festino di Santa Rosalia: l’intimità di un omaggio senza folla

Festino di Santa Rosalia: reliquie in processione nel luglio 2019

Ore intense di malinconia potrebbero avvolgere Palermo in una notte di metà luglio. Una notte in cui il silenzio possiederà come fantasma quelle strade in cui per secoli una folla oceanica si è mossa compatta ed emozionata. Mancheranno voci e corpi, mancheranno musica e spettacoli, riti di devozione a cavallo fra folklore e religione. Mancherà il Festino, l’omaggio collettivo e grandioso a Santa Rosalia, di una città che per 395 anni – infallibilmente – lo ha tributato alla sua amata Patrona. Vittima simbolica dell’epidemia da Covid-19, infatti, il Festino non si terrà, per evitare qualsiasi forma di assembramento. O, perlomeno, non si terrà nella forma in cui ogni Palermitano – fedele o no – è abituato da sempre a conoscerlo e anche ad attenderlo. Come sarà, allora, il 396° Festino di Santa Rosalia, in questo disastrato 2020?

Il Festino di Santa Rosalia, dalla peste alla covid-19

Dal giorno in cui se ne gettarono le fondamenta, quasi quattro secoli fa, il Festino di Santa Rosalia è cresciuto in spettacolarità e partecipazione umana. La piccola processione del 1625, quando le reliquie della Santuzza sfilarono contro la peste, è diventata un complesso di emozioni ed azioni – patrimonio immateriale d’Italia. Il maestoso carro – immancabilmente contestato in nostalgica memoria di “quelli di una volta”. Lo spettacolo coreografico per il Cassaro – doverosamente criticato per costi e organizzazione. Il grido del Sindaco ai Quattro Canti di “Viva Palermo e Santa Rosalia” – al quale echeggia il popolo di qualsiasi schieramento. I giochi pirotecnici, culmine atteso e solitamente di concorde gradimento. Immagini topiche, scolpite nella memoria di chi vi ha partecipato almeno una volta. Come la coraggiosa volontà dei Palermitani di immergersi in una folla che presto prenderà possesso dei tuoi movimenti, scalzando la tua volontà. Ma su tutto questo un giorno cala il Coronavirus.

Effige di Santa Rosalia sull'arca delle sue reliquie
Effige di Santa Rosalia sull’arca delle sue reliquie – ph © Patrizia Grotta

Equamente distribuito fra sacro e profano, il Festino di Santa Rosalia ha superato crisi, polemiche, persino guerre, prima di trovarsi al cospetto della pandemia. Una pandemia moderna, però, in cui richiamare gente per strada allo scopo di omaggiare la Santuzza non è la soluzione, piuttosto il pericolo. Così, paradossalmente, una manifestazione di sentimenti e riti generata dalla gratitudine per la salvezza da una terribile malattia finisce con l’arretrare dinanzi ad un’altra peste. Allora niente processione, niente spettacolo, niente giochi d’artificio, né folla a riempire una sera d’estate palermitana, sotto luminarie e fra profumi di cibo e umanità. Chissà se quell’unico gioco d’artificio in programma – come annunciato – esploderà come simbolo di forza o evocherà un senso di desolazione! Di certo, non potranno esserne testimoni in molti, per evitare assembramenti.

Palermo sospesa

A prendere il posto di tutto questo, il documentario “Palermo Sospesa – c’è il Festino che non c’è”, omaggio, più che mai simbolico, a Santa Rosalia. Il racconto del legame di devozione fra Palermo e la sua Santuzza prenderà il posto delle azioni concrete della devozione stessa. Creato collettivamente da numerose realtà culturali cittadine – sotto la “regia” del Centro sperimentale di cinematografia – verrà tramesso in tv e on-line dalle 22 del 14. Il suo compito sarà fare narrazione di ciò che per quattro secoli è stato vero e concreto. E che tornerà ad esserlo, superata la tempesta della pandemia.

Il trailer del documentario “Palermo sospesa – il Festino che non c’è”

D’altronde, questo senso di sospensione è persino tangibile fra la maggior parte dei Palermitani con cui abbiamo parlato, anche quelli meno devoti. Fino all’ultimo gli irriducibili hanno sperato che il festino di Santa Rosalia scampasse alla mannaia generica del DPCM, magari per un qualche miracolo. In un anno, poi, in cui omaggiare per le strade della città la Santuzza – ci hanno detto – avrebbe avuto un duplice scopo. Ringraziarla, innanzitutto, per aver arginato l’attesa invasione virale dal Nord, con cui per settimane la Sicilia è stata terrorizzata e tenuta in casa. E chiederle, poi, di aiutare la città a rimettersi in piedi. Un miracolo, quest’ultimo, atteso da ben prima dell’arrivo del coronavirus!

Il Festino c’è

Per parlare di 396° Festino di Santa Rosalia, quindi, è necessario fare un passo indietro nell’approccio e cambiare prospettiva. Infatti, se i residui italiani di pandemia sfoltiscono il Festino di spettacolarità e folla, a rimanere è – probabilmente – il senso intimo e interiore della devozione palermitana a Rosalia. Se l’assenza della duplice processione, laica il 14 e religiosa il 15, sarà incolmabile vuoto, resta, però, spazio per le espressioni più intime. Un Festino all’insegna della preghiera, in qualche modo, in un programma essenziale.

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Non mancano, però, gli eventi collaterali ai quali i Palermitani – e i turisti – si sono appassionati negli ultimi anni. Le Rosalie di Vicolo Brugnò, innanzitutto, che ogni anno – in occasione delle celebrazioni per la Santuzza – si riempie di sue suggestive rappresentazioni, create dagli abitanti. La terza edizione della mostra grafica dedicata a queste deliziose opere artigianali è allestita sul sagrato della Cattedrale. Per coniugare il culto di Rosalia alle bellezze della città, poi, ecco gli itinerari suggeriti Sui passi di S. Rosalia. Dalla Cappella Palatina – per una Rosalia a corte – fino al santuario su Monte Pellegrino – per una Rosalia eremita – passando per luoghi simbolo palermitani. Particolarmente significativa, infine, per un Centro storico ombreggiato dalla crisi dei flussi turistici, La vetrina più bella del Cassaro in onore di S. Rosalia. Palermo cerca, così, di non restare immobile sotto il peso di un difficile 2020, miracolo o no.

L’intimo senso di un Festino

Che forma prenderà questo intimo senso di devozione nl 396° festino di Santa Rosalia, quello del bisestile 2020? Il suo suono sarà quello delle campane della Cattedrale, il cui concerto si leverà il pomeriggio alle 17 nei cinque giorni della celebrazione – dal dieci al quindici. Il suo profumo sarà quello dei fiori della rituale corona con cui i vigili del fuoco omaggiano la statua della Santuzza su Palazzo delle Aquile. La sua visione sarà quella dell’imponente arca argentea custode delle reliquie, quest’anno immobile ad attendere la venerazione personale dei devoti. La sensazione tattile saranno mani giunte in preghiera, per chiedere a Rosalia che questa covid-19 – crisi acuta in una città dalla perenne crisi cronica – si tolga dai piedi. Il suo gusto… beh, supponiamo che nessuna pandemia potrà impedire ai Palermitani di celebrare nelle proprie case la Santuzza gustando anguria e, soprattutto, babbaluci!

Il 396° Festino di Santa Rosalia: l’intimità di un omaggio senza folla ultima modifica: 2020-07-13T12:56:20+02:00 da Patrizia Grotta

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