Piccole curiosità per innamorarsi di una grande città

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Piccole curiosità per innamorarsi di una grande città

Perle di curiosità ad ogni angolo di Palermo

Basta conoscere i circuiti monumentali turistici per dire di poter davvero comprendere una città complessa come Palermo? Naturalmente no! Lo sappiamo, Palermo è anche cibo, natura e cultura – senza i quali è impossibile ricostruire il mosaico psico-antropologico della bella perla del Mediterraneo. C’è, però, un ulteriore livello conoscitivo da far proprio, per sentire di avere veramente raggiunto l’anima della città. Si tratta di elementi in apparenza piccoli, minori, che però sono la reale essenza quotidiana e culturale. Queste “perle di curiosità” – come potremmo definirle – si trovano in vicoli che spesso sfiorano le maggiori punte di diamante del patrimonio, divenendone un interessante contrappunto. E oggi noi vogliamo accompagnarvi proprio alla ricerca e scoperta di alcuni fra questi piccoli espressivi dettagli.

A Palermo, in giro per le sue perle di curiosità

La Madonnina antispreco

Siamo al Capo, da qualche anno meta turistica ambita non solo per la sua splendida chiesa dell’Immacolata Concezione, ma anche e forse soprattutto per il suo storico mercato. Un luogo dove i turisti fotografano ammirati le esposizioni alimentari, mentre gli acquirenti accorti evitano i classici trabocchetti dei prezzi camuffati, per risparmiare al centesimo. Quei centesimi che, diciamocelo chiaramente, non sono mai entrati nelle nostre simpatie, sporchi e maleodoranti – oltre che spesso privi di reale valore. Proprio nel cuore del mercato del Capo, però, esiste una nicchia in cui a questi centesimi si è dato un valore simbolico talmente elevato da diventare spirituale! La nicchia è sulla facciata della chiesa di S. Raineri, alla Guilla, e il simbolo sacro è una statuetta della Madonna. Cosa c’entrano i centesimi? Presto detto: per realizzare la piccola statua sono state fuse 3000 monete di centesimi di euro!

Perle di curiosità: Madonnina creata con i centesimi fusi
3000 pezzi di centesimi per una Madonnina ph © Patrizia Grotta


Così, addentrandovi per Vicolo Tortorici (o vicolo di S.Quaranta, vista la doppia targa toponomastica che già è una bizzarria palermitana!), vi imbatterete in questa delizia. Non siate di piede troppo veloce, però, perché rischiate di non vederla, tra un cassonetto dell’immondizia e qualche auto posteggiata. Peccato sarebbe, perché, nonostante le ridotte dimensioni, quest’oggetto – tra le nostre perle di curiosità – è quello che mostra la capacità palermitana di dar valore essenziale alle piccole cose!

Piccolo regno per un grande Decoratore

Procediamo, ma non andiamo lontano ancora. Restiamo, infatti, nell’angolo di universo palermitano che si sviluppa fra la Guilla e la Cattedrale. Ci troviamo fra salita Ramires e vicolo Artale, spicchio cittadino in cui sembra che il tempo si sia fermato. Alla fresca ombra dei palazzi che li delimitano, vedrete via via emergere qualcosa che a prima occhiata vi sembrerà un’allucinazione. Qualche altro passo e sarete tentati di definirlo un modo artistico di posteggiare qualcosa di caratteristico. Infine, capirete di aver davanti il fermo immagine colorato e ammaliante di una Palermo che sa di antico immortale. Siete, infatti, al cospetto delle opere artigianali dei Maestri decoratori della famiglia Bertolino. Fra le piante occhieggia un carretto siciliano; accanto sonnecchia un lapino decorato con gli stessi motivi variopinti ed espressivi. Le pareti sono adornate con tavole di legno dipinte a mano, nelle quali il sacro e il profano dell’opera dei pupi si fondono.

Franco Bertolino nel suo laboratorio
Il Maestro Franco Bertolino e i segreti del suo laboratorio ph ©Patrizia Grotta


E poi altri oggetti, piccole e grandi opere d’arte, ammassati con un affascinante disordine dietro le vetrine e dentro il laboratorio. Se siete fortunati, come noi, potrete parlare con l’ultimo dei Maestri della storica famiglia, Franco Bertolino, custode dei segreti della decorazione. Fra il sentore aromatico del legno di faggio e il caleidoscopico incanto dei pigmenti colorati, avrete la sensazione fisica e mentale di tornare in un luogo della memoria dove i Paladini ancora respirano. O dove Santa Rosalia riposa serafica sulla carrozzeria di un vecchio vespino. Il laboratorio, tra l’altro, custodisce elementi dell’opera dei pupi – personaggi e teloni – che hanno più di cento anni! Tra le perle di curiosità che abbiamo raccolto per voi, il laboratorio del Maestro Bertolino – con le sue propaggini artistiche sul vicolo – rappresenta l’estro creativo di Palermo. Quello che unisce ai colori e ai disegni una profonda conoscenza delle universali vicissitudini umane!

Panni stesi sull’arte

Lasciamo il Capo, risalendo verso piazza Sett’Angeli. Concediamoci la sosta d’obbligo – ma soprattutto di piacere – per ammirare l’abside della Cattedrale e poi procediamo per il nucleo del centro storico e culturale palermitano. La nostra prossima meta potremmo persino definirla installazione artistica quasi permanente. La troviamo in una cornice di tutto rispetto, tra la Torre di San Nicolò all’Albergheria e la chiesa del Carmine Maggiore – cuore semicelato ma eternamente strabilante di un altro mercato: Ballarò. Passando davanti la Torre, infatti, e fatti solo pochi passi, alla nostra sinistra si apre il Vicolo della Pietà. Alzate gli occhi, lentamente per gustarvi l’attimo, fino ad incontrare l’installazione che vogliamo suggerirvi: variopinti panni stesi su canna robusta, ad incorniciare la più bella cupola della città!

Panni stesi e cupola del Carmine Maggiore
La Cupola e i Panni ph © Patrizia Grotta


La cupola è quella del Carmine Maggiore, capolavoro barocco assoluto – unico ed inimitabile nelle sue maioliche smaltate e i suoi vigorosi Telamoni. I panni sono quelli – forse casuali, forse no – di un’abitazione al secondo piano di una palazzina del vicolo che apre improvvisa la vista sulla preziosa cupola. E sui panni che la incorniciano con forse inconsapevole maestria. Tra le perle di curiosità che ci fanno conoscere intimamente Palermo, questa è quella più genuina, più spontanea. Sta lì a parlarci della leggerezza, o forse in realtà della confidenza, con cui il Palermitano può relazionarsi con i suoi tesori. Quella sorta di possesso familiare e un po’ dissacrante dei monumenti che tanto può scandalizzare i Colti. Ma che forse cala il bello – in questo caso l’eccelso – in una dimensione umana più raggiungibile e quotidiana.

Shoefiti, ovvero il mistero delle scarpe sospese

Tra le perle di curiosità palermitane, questa è ambasciatrice della Palermo più ambigua, o forse ambivalente. Quella in cui il confine fra bene e male, fra legale e illegale è particolarmente fluido. Dove vi stiamo portando? La cornice è, ancora una volta, blasonata: attorno a noi c’è la Chiesa di San Francesco d’Assisi, o la Galleria d’Arte Moderna o ancora il maestoso Palazzo Valguarnera-Gangi. E di fronte ai nostri occhi c’è il nume tutelare cittadino, il Genio di Palermo di piazza Rivoluzione. Che, non abbiamo dubbi, conosce bene il mistero di ciò che a noi sfugge, silenzioso testimone di un gesto. Il gesto con cui mani ignote hanno lanciato decine di scarpe da tennis su uno degli immancabili fili sospesi che costellano Palermo. Avete letto bene: scarpe da tennis, legate a coppia dalle stringhe, penzolanti dal filo tra basolato e cielo, a Piazza San Carlo alla Kalsa.

Perle di curiosità: shoefiti
Shoefiti a piazza San Carlo ph © Patrizia Grotta

Non è un gesto isolato: questa usanza, invece, ha un nome shoefiti (mix fra shoes, scarpe in inglese, e graffiti), che ne testimonia la consolidata diffusione mondiale. Ciò che appare incerto, almeno a noi, è il suo significato. Alcune letture, infatti, lo legano alla malavita, attribuendogli il ruolo di segnalatore di luoghi di spaccio nei pressi. Altre, invece, gli danno un senso più esistenziale, come di riti di passaggio o di raggiungimento di obiettivi importanti. Un po’ come il lancio dei tocchi universitari il giorno della proclamazione di laurea. I tocchi tornano al lanciatore; le scarpe restano sospese, ad indicare che qualcuno in qualche momento ha attraversato qualcosa di importante. Chi sia, non importa poi tanto. Quelle scarpe appese ci ricordano comunque che a volte dobbiamo lasciarci sorprendere senza farci troppe domande.

Perle di curiosità nel Vicolo

Tra le nostre perle di curiosità per voi c’è un vicolo che queste perle le elargisce letteralmente! Un luogo che espone frammenti di conoscenza storica per arricchire i passanti. Per concludere questa panoramica – minuscolo campione di quanto possiamo trovare vicolo dopo vicolo – siamo infatti arrivati a Vicolo Mariano Stabile, nei pressi dell’omonima via. Anche qui, nemmeno a dirlo, il vicinato è illustre: siamo a due passi dai Teatri per eccellenza della città (Politeama e Massimo) e al salotto urbano, via Ruggero Settimo. La peculiarità di questo vicolo, che ce lo fa definire dispensatore di perle di curiosità per eccellenza, sono delle banderuole appese al muro. Con scritte dorate su fondo rosso, queste eleganti banderuole da qualche tempo comunicano ai passanti pillole di storia palermitana e siciliana. A lungo, grazie anche all’ausilio di didascalie su fogli, hanno illustrato la storia dei nomi della città, dalla fenicia Zyz in poi.

Perle di curiosità sui muri di Vicolo Mariano Stabile
Perle di curiosità sui muri di Vicolo Mariano Stabile ph © Patrizia Grotta


Oggi, invece, ispirano la curiosità dei pedoni verso un evento storico connesso con i famosi e fatidici Vespri siciliani: la battaglia di Capo d’Orlando. Battaglia fra fratelli, con in palio il regno sulla Sicilia, che aprirà grandi crisi nella storia dell’Isola. Non vi diciamo di più, magari andrete voi a curiosare nel Vicolo Mariano Stabile, come negli altri di cui vi abbiamo raccontato. E, siamo certi, porterete con voi una più profonda comprensione di quanto sfaccettata sia la straordinaria complessità di una città millenaria come Palermo!

Piccole curiosità per innamorarsi di una grande città ultima modifica: 2019-10-26T15:20:21+02:00 da Patrizia Grotta

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