Il fiume Oreto per molto tempo non risiedeva più nel cuore dei palermitani. Usato prevalentemente come discarica, oggi vuole essere fulcro della città. Il legame affettivo tra il fiume Oreto e Palermo sta ricominciando a rifiorire. Nell’ultimo anno la sempre crescente attenzione di cittadini nei suoi confronti è frutto del duro lavoro svolto da pochi. In questo articolo voglio puntualizzare l’aspetto sentimentale della vicenda, definito «legame affettivo», e i primi passi concreti svolti dalle varie associazioni coinvolte.
I luoghi del cuore
L’Oreto, legato alla nostra identità e alla nostra memoria, è stato lasciato nel degrado e nell’abbandono per un periodo molto lungo. È ritornato nei pensieri e nei cuori dei palermitani tramite il duro lavoro di comuni cittadini che hanno trascorso mesi e, in alcuni casi, anni a promuovere la sua riqualificazione. Si estende per 20 km e scorre nella Valle dell’Oreto, con un bacino che attraversa i comuni di Altofonte, Monreale e Palermo, sfociando nel Mar Tirreno. Il fiume Oreto è oggi uno dei protagonisti del capoluogo. Il censimento Luoghi del cuore, promosso dal FAI (Fondo Ambiente Italiano), ha messo in luce il desiderio dei cittadini di dare nuova vita al fiume. Il 6 febbraio 2019, in occasione della conferenza stampa di annuncio della classifica Luoghi del cuore, al progetto Oreto è stato assegnato il secondo posto.
Supporto al progetto Salviamo l’Oreto
Il secondo posto nella classifica assoluta nazionale (con 83.138 voti) ha garantito un primo passo. Primo fra i siti d’acqua, primo nella classifica web con un successo mediatico ancora considerevole. Il risultato ottenuto esprime un senso di rivalsa del Palermitano che vuole ridare una seconda possibilità alla città e al proprio legame col territorio in cui vive. Manifestazioni, party, incontri con le scuole, raccolta firme per sensibilizzare la cittadinanza. Le Scuole hanno supportato moltissimo l’iniziativa del Fai sui social. Il coinvolgimento di numerosi comici e personalità di Palermo, come Matranga e Minafò, I Soldi Spicci, Teresa Mannino, Sasà Salvaggio ha permesso una esponenziale visibilità. I documentari del video maker Igor d’India, che già dal 2009 aveva incominciato a interessarsi del fiume Oreto, realizzando il film “Oreto The Urban Adventure”, hanno fatto emergere le numerose problematiche ma anche la bellezza nascosta di questa risorsa naturale.
Comitato Salviamo l’Oreto promuove il legame affettivo
Il 23 Febbraio ho avuto la possibilità di incontrare il fondatore del Comitato Salviamo l’Oreto, Salvatore Bucchieri, e il presidente del WWF Sicilia Nord-Occidentale onlus, Pietro Ciulla alla foce del fiume. Il Dr. Bucchieri mi ha fatto comprendere quali motivazioni sottese dietro l’idea della riqualificazione del fiume palermitano. Il suo impegno, iniziato nel 2014, nasce dalla voglia di recuperare il luogo più abbandonato di Palermo. Nel 2016, dopo un viaggio in Costarica, durante il quale rimase colpito dal modo di valorizzare i fiumi sia a livello turistico sia economico, decide di proporre al FAI la candidatura del fiume Oreto, e si unisce a Igor D’India. Adesso Salviamo l’Oreto auspica una collaborazione tra le istituzioni e i cittadini in modo da migliorare, non solo il territorio, ma anche l’economia della città. Infatti, come lo stesso Bucchieri sostiene “molte città, riscrivendo il proprio rapporto con l’acqua, hanno riavviato la propria economia”.
Il legame affettivo tra il fiume Oreto e Palermo
Bisogna agire concretamente per la riqualificazione del Fiume Oreto e della sua valle. Del resto se si continua a parlarne si inizia a progettare. Una collaborazione fattiva tra cittadini e amministrazione ha lo scopo di portare gente al fiume. Il fondatore di Salviamo l’Oreto spera che i proprietari dei terreni attraverso i quali il fiume scorre, facciano rete e permettano di far accedere i visitatori nel tratto di loro competenza. Inoltre, ipotizza che potrebbero essere emanati bandi per gestire il territorio, organizzare eventi e visite. Attualmente, ciò su cui si sta continuando a puntare, è la creazione del “legame affettivo”, come lo ha definito Igor d’India, tra il fiume e Palermo. Così ha dichiarato Emma Dante nel messaggio inviato alla conferenza stampa del FAI: «Non è forse questo che il cuore fa? Ricucire i margini slabbrati fra le cose». Il legame affettivo tra il fiume Oreto e Palermo si va rinsaldando.
L’importanza dell’acqua
Bisogna iniziare, dunque, a non considerare più il fiume Oreto una discarica. Purtroppo, la situazione da me riscontrata nel corso del sopralluogo effettuato con Bucchieri e Ciulla non è delle migliori: ogni giorno nuovi rifiuti inquinano la foce del fiume. Bisogna risalirlo fino a Fontana Lupo, zona Altofonte, per ammirarne la limpidezza dell’acqua. Il Dott. Florin Florinet dell’Istituto di Ingegneria Naturalistica e Costruzione del Paesaggio dell’Università di Vienna, tra i massimi esperti di rivitalizzazione fluviale, propone che l’Oreto diventi un Parco Urbano. Ciò è possibile attuando idee a basso costo che permettano all’acqua di depurarsi naturalmente. Bucare il calcestruzzo e creare due conche (una sulla sponda destra ed una sulla sponda sinistra) per la lunghezza di venti/trenta metri e riempirle di sassi e ghiaia. L’acqua così si estenderebbe nei meandri dove potrebbe sedimentare ed essere permeata dalla presenza dei sassi e della ghiaia rendendo limpido il tratto.
Il WWF Sicilia Nord Occidentale per l’Oreto
Il già citato presidente del WWF Sicilia Nord-Occidentale onlus, Pietro Ciulla ha rilevato che, nonostante i rifiuti presenti nel fiume, questo è ancora un luogo di biodiversità caratterizzato dalla presenza di nidi di uccelli e gallinelle d’acqua. Obiettivo del WWF è promuovere l’educazione ambientale. Una sorta di bonifica sociale per costruire tessuto che non necessiti di un monitoraggio costante. Ciò garantirebbe una tempestiva salvaguardia dell’ambiente che parte dalla base, senza effettuare un successivo risanamento. Bucchieri e Ciulla, sono d’accordo nel sostenere che l’Oreto andrebbe depurato dalle fogne e dagli scarichi abusivi di Via Messina Marine. Necessaria, inoltre, una continua vigilanza, oltre che il consolidamento del legame affettivo tra il fiume Oreto e Palermo.
Il legame affettivo e i suoi primi traguardi
Un segnale importante è stato dato dal sindaco Orlando: è il coinvolgimento dei detenuti dell’Ucciardone nell’attività di manutenzione ordinaria e straordinaria di aree verdi della città, tra cui anche la foce e il corso del fiume Oreto. Il progetto, denominato, “Mi riscatto per Palermo”, partito questo mese. Inoltre, durante la sfilata della manifestazione Educarnival, il fiume Oreto è diventato una maschera che incita alla pulizia dell’acqua. In più, sono state programmate riunioni per stilare progetti in accordo col Comune. Insomma, piccoli traguardi che porteranno a fatti concreti? L’antico legame affettivo tra il fiume Oreto e Palermo viene adesso recuperato.