San Lorenzo: un quartiere, tante ville storiche (più o meno) sopravvissute

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EDIFICI STORICI QUARTIERI

Un quartiere, tante ville storiche (più o meno) sopravvissute

Villa Lampedusa

Sommerse dai palazzi “cresciuti” all’esordio della seconda metà del Novecento, si trovano le dimore palermitane di antiche e ricche famiglie che si celano nel quartiere San Lorenzo. S’illuminano all’occorrenza, sotto le vesti di occasioni commerciali, che si tratti di una rumorosa fiera del week-end o di un’affollata attività di ristorazione.

Un quartiere “vacanziero”

Situato nell’area centro-settentrionale della città, il quartiere San Lorenzo prende forma a partire dalle prime costruzioni nella seconda metà del XVIII secolo. Si trattava principalmente di ville nobiliari in aperta campagna tra agrumeti e vaste aree non coltivate. Di quel luogo di villeggiatura è rimasto più di qualcosa, ma nascosto dai risultati di quel “boom edilizio” degli anni Sessanta che ha di fatto coperto l’allora Piana dei Colli. È col Sacco di Palermo che le grandi ville sono sparite sotto l’ombra di palazzoni e grandi condomini in serie.

San Lorenzo

Alla scoperta

Lasciandosi alla spalle il centro città, e poi la piazza De Gasperi, luogo di ritrovo dei tifosi prima di recarsi allo stadio, ci si addentra dapprima in via Resuttana e, continuando, in via San Lorenzo. Siamo all’interno di una fitta concentrazione di palazzi e palazzine. Il tutto incastonato tra il polmone verde palermitano de La Favorita e la “passeggiata” rappresentata dal viale Strasburgo di recente costruzione (anni Settanta).

Villa Castelnuovo, tra le più imponenti

Proseguendo in via Resuttana, sul lato destro, un muro anteguerra costeggia la strada per centinaia di metri. Al di là di questo, un appezzamento di terreno cui si percepisce la vastità solo dalle immagini satellitari. Non è altro che la tenuta in parte coltivata di Villa Castelnuovo, un tempo appartenente al Principe Gaetano Cottone Morso. Qualche decennio fa era la sede dell’Istituto agrario, una scuola professionale che fondamentalmente disponeva in modo didattico delle estese coltivazioni. Alla villa è stato “rifatto il trucco” sul decoratissimo cancello d’entrata ma si ha l’impressione di vedere un viso rugoso coperto di cipria. L’antico cancello in ferro battuto mostra nuovamente la ruggine come un persistente morbillo. Il tetro viale ghiaioso seguito da due lunghissime file di cipressi si è recentemente animato per le fiere d’artigianato organizzate di tanto in tanto. D’estate invece può capitare che la villa dia spazio a concerti di artisti locali.

Istituto Agrario

Villa Castelnuovo (ex Istituto Agrario) – da Magazine Le Vie dei Tesori

Siamo in via San Lorenzo

Non ci vuole molto e siamo a quella che fu Villa Rosato, nell’omonima via che si trova rimanendo sul fianco destro di via San Lorenzo, riferimento costante di questo viaggio. Oggi l’imponente struttura a pochi passi dal Teatro della Verdura – anche questo all’interno dello storico terreno dei Castelnuovo – ospita un noto albergo. Qui sembra regnare ancora l’atmosfera aristocratica, considerato che la villa è stata completamente messa a nuovo e fatta splendere di un colore bianco accecante.

Villa Lampedusa

Un altro esempio della trasformazione del quartiere palermitano è Villa Tomasi di Lampedusa. Arrivati in piazza San Lorenzo, in direzione nord-est si dirama via Dei Quartieri, uno snodo importante per arrivare a Villa Niscemi, residenza di rappresentanza del Sindaco di Palermo, e alla Real Casina Cinese – comunemente chiamata palazzina cinese. La residenza dell’antica famiglia – di cui fa parte il grande scrittore de Il Gattopardo – fu ricavata da un fondo agricolo arcivescovile, oggi in mano (in parte) a dei coltivatori che promuovono un mercato ortofrutticolo biologico. È inoltre da qualche anno sede estiva della nota pizzeria “La Braciera”.

Nei casi peggiori…

Fa male parlare di Villa Florio-Pignatelli. La villa fu ampliata e modificata da Ernesto Basile – per intenderci, il progettista del Teatro Massimo. Un tempo apparteneva a Vincenzo Florio e successivamente alla principessa Maria Pignatelli di Roviano. Situata alle spalle di Villa Lampedusa, si accede alla reggia percorrendo un lungo viale alberato degno delle migliori pellicole cinematografiche (che si raggiunge da via Dei Quartieri) e che porta a una visione sofferente. Una villa dagli ingressi murati e in stato di abbandono. Nel 2004, dopo un lungo e costoso restauro, per decisione del Comune, la villa entra in possesso di quaranta famiglie sfrattate. In poco tempo spariscono le opere d’arte presenti all’interno della struttura. Sparirono statue di marmo, fontane d’epoca, la pagoda in ferro nel giardino e perfino una scala interna a chiocciola. A distanza di più di dieci anni risulta disabitata – sgomberata solo nel 2007 – e sotto il vincolo dei Beni Culturali.

Villapignatelliflorio

Villa Pignatelli-Florio – Legambiente Sicilia

Non dimentichiamo Villa Sofia (oggi parte della sede dell’omonimo ospedale). E, più lontana, la splendida Villa Raffo, oggi depredata all’estremo del suo antico splendore. Queste evoluzioni (o involuzioni), sono uno spunto di riflessione sul patrimonio di ville e grandi giardini. Alcuni elementi di questo patrimonio sono andati via per ignoranza e malaffare. Il tutto in favore del grigiore cittadino “progressivo e moderno”. Altri invece risultano clamorosamente sprecati. Ettari ed ettari di terreni coltivati si alternavano alle abitazioni rimanendo invisibili, periti sotto la foresta di cemento cresciuta in un paio di decenni. Tesori nascosti, alcuni persino abbandonati a se stessi per anni mentre la “Piana del Progresso” si arricchiva e s’infoltiva. Non si maledice mai abbastanza il periodo più oscuro della storia cittadina della “Palermo grigia”: quello in cui è avvenuto un vero e proprio omicidio del passato.

Un quartiere, tante ville storiche (più o meno) sopravvissute ultima modifica: 2019-05-15T18:54:04+02:00 da Daniele Monteleone

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