Pietro Fullone, il poeta popolare analfabeta: è esistito davvero?

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Pietro Fullone, il poeta popolare analfabeta: è esistito davvero?

Gustave Courbet Gli Spaccapietre

Palermo, fin dai suoi primi istanti di vita, è stata una terra fertile. Fervida non soltanto di fiori e ricchezze materiali, ma piuttosto di espressioni artistiche. Così splendida, così piena nell’animo più profondo, che la cultura in secoli e secoli è emersa da ogni fessura di cemento nelle strade. Nessuno può scampare da tale ricchezza, né gli intellettuali, i quali hanno voluto accrescere tale patrimonio, né gli analfabeti, i quali lo hanno osservato con ammirazione e talvolta toccato con mano, seppur in parte disconoscendolo. Tra questi ultimi, un uomo divenne celebre. Pietro Fullone è il suo nome, o meglio, Petru Fudduni.

Chi è Pietro Fullone?

Pietro Fullone è un curioso poeta della tradizione siciliana, nato a Palermo intorno al 1606. Un autore analfabeta e povero, ma con una vena artistica da far invidia a molti. Letterato d’animo, seppur non di erudizione. Egli era uno cavatore di pietre e con le mani incallite si dava da fare per portare a casa il pane. Nel mentre, però, faceva sentire i suoi versi in dialetto a chi lo osservava e li incideva. Parole che, di giorno in giorno, furono sempre più apprezzate dal suo pubblico. Di tale curioso personaggio si sa poco, soltanto leggende e misteri irrisolti. A tre secoli di distanza dalla sua morte, avvenuta il 22 marzo 1670, però, rimangono celebri i suoi inestimabili versi.

Alcuni, strabiliati dalla raccolta di opere che portano la sua firma, ipotizzano che Pietro Fullone non sia mai esistito. Un nome, ma mille volti. Il segno da lui lasciato nella nostra cultura potrebbe essere semplicemente l’unificazione di un sentire comune, di un insieme di detti popolari confluiti sotto la sua figura? Non ci è dato saperlo. Tra le vie del centro storico di Palermo, ecco però che appare una stradina: vicolo Pietro Fudduni, e lo straordinario poeta rinasce.

Vicolo Pietro Fudduni

Vicolo intitolato al poeta popolare Pietro Fullone

Le leggende dietro il nome e le origini

In molti, ancora oggi, si chiedono se “Fudduni” fosse il vero cognome di Pietro o, come era solito a quei tempi, un soprannome. Il rione di Seralcadi, dove era nato, probabilmente gli attribuì quella curiosa nomina. Pazzo, bizzarro, si intende. Ma Pietro Fullone era arguto, di straordinaria intelligenza. Non folle, ma fuori dagli schemi. Quanto ci sia di vero nel suo essere del tutto ignorante è anch’esso un mistero. Lo storico Antonio Mongitore, infatti, ammette che il verseggiatore sapeva appena leggere e scrivere. La sua vivacità e il suo spirito di improvvisazione, ad ogni modo, gli permisero di diventare il poeta popolare più famoso della Sicilia.

Il Petru Fudduni del popolo è un facilissimo improvvisatore, che manifesta in un verso solo ogni suo giudizio ed esaurisce in un’ottava interi concetti”, disse di lui il letterato Giuseppe Pitrè.

Giuseppe Pitrè parla Di Pietro Fullone

Lo storico Giuseppe Pitrè parla del poeta Pietro Fullone in una lettera a Lionardo Vigo

Le opere di Pietro Fullone

Pietro Fullone parlava a nome del popolo. Un eroe dei più deboli, che sfidava coi suoi versi i più ricchi e sognava un capovolgimento dei ruoli. Proprio questi erano i temi delle sue poesie: la povertà, la religione e la lotta contro le differenze sociali. Un repertorio tutto in dialetto e di “contrasti”, composto in quartine ed ottave. Tra i titoli più noti delle sue composizioni ricordiamo: “La miseria di la vita umana” (1629) e “La Rusulia” (1651) poema epico in ottava rima.

Insieme ai testi, il popolo rievocava religiosamente gli aneddoti che diedero origine alle memorabili “sfide” con altri poeti estemporanei dell’isola. Un giorno, ad esempio, un rivale gli chiese: “Si sì poeta e l’animu t’abbasta / tu dimmi: cu camina cu la testa?”. “Poeta sugnu e l’animu m’abbasta: la taccia (il chiodo) ci camina cu la testa”, rispose con arguzia Petru Fudduni.

Pietro Fullone, il poeta popolare analfabeta: è esistito davvero? ultima modifica: 2019-03-22T11:54:11+01:00 da Chiara Ferrara

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