È stato restituito alla città il Ponte dell’Ammiraglio dopo alcuni lavori di restauro durati alcuni mesi. La struttura, dal 2015 rientra nel Patrimonio dell’Unesco e finalmente è tornata a splendere ed è ben visibile con i suoi dodici archi gotici da Corso dei Mille. E proprio la spedizione dei Mille ha reso questo ponte famoso oltre dall’alto valore storico.
Il Ponte dell’Ammiraglio protagonista nella spedizione dei Mille
La struttura, completata intorno al 1131 per volere di Giorgio d’Antiochia, ammiraglio del re Ruggero II di Sicilia, un anno dopo la nascita del Regno di Sicilia, è nata per collegare la città ai giardini posti al di là del fiume Oreto. Il Ponte è diventato protagonista indiscusso il 27 maggio 1860. Data che ricorda la Spedizione dei Mille. Garibaldi proprio su questo ponte e nella vicina via di Porta Termini si scontrò con le truppe dei Borboni, e da qui iniziò l’insurrezione di Palermo con l’ingresso in città dei Mille.
Un luogo simbolo e storico questo ponte, più volte è stato oggetto anche di atti vandalici, ma che adesso con questo intervento ha riacquistato la sua bellezza originale. Un patrimonio che tutti hanno il compito di tutelare come ha sottolineato l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà.
Il Ponte dell’Ammiraglio Patrimonio Unesco e di tutti i siciliani
“Non solo un monumento di grande pregio estetico- ha spiegato l’assessore Samonà- ma, costituisce una delle più importanti opere di architettura civile della Città, riconosciuta dall’Unesco come bene di interesse storico-culturale. La cura e la manutenzione del patrimonio culturale della Sicilia è tra le prime attività da svolgere, per rendere la nostra Isola accogliente, attrattiva e per mantenere la memoria della nostra storia”.
Un gioiello architettonico che ha visto la realizzazione di diversi interventi, oltre alla necessità primaria di mettere in sicurezza la struttura.
Gli interventi sul Ponte dell’Ammiraglio
Dalla messa in sicurezza si è passati a fasi ulteriori ha spiegato l’architetto Salvatore Greco, funzionario della Soprintendenza dei Beni Culturali di Palermo. “Abbiamo ripreso i giunti e apportato delle integrazioni dei conci in pietra. Poi si è provato a fare dei rilievi per verificare la consistenza del ponte al di sotto di dove si trova. Questo ha consentito di scoprire la presenza sottostante di rostri così come abbiamo riportato in un modellino per renderlo facilmente comprensibile”. L’intervento ha riguardato anche la sistemazione delle basole di Billiemi che erano state trafugate e una volta ritrovate erano state custodite in attesa della ricollocazione.
I rilievi hanno svelato la presenza di strutture per fermare la piena del fiume Oreto
“La presenza di questi rostri (piccoli contrafforti posti alla base dei sostegni di un ponte) racconta l’architetto Salvatore Greco, funzionario della Soprintendenza dei Beni Culturali di Palermo, testimoniano la funzione e la forza del flusso dell’acqua che doveva avere in passato il fiume Oreto”.
Un lavoro quindi fatto anche di una ricerca storica e iconografica del Ponte e dell’area circostante. Inoltre racconta l’architetto Greco lo scavo ha spiegato la funzione degli archi a tutto centro (ovvero quelli di dimensioni inferiori) era quella di permettere l’alleggerimento della struttura e intervenire in caso di piena del fiume.
Ecco che il Ponte dell’Ammiraglio rappresenta ,anche un’opera di architettura civile. La struttura è stato oggetto di un recupero parziale ma che come ha sottolineato l’assessore Samonà non esclude ulteriori interventi. Ad esempio ha auspicato l’assessore, portando alla luce anche queste architetture sottostanti. Per far ciò come raccontato dai funzionari della Soprintendenza occorrerebbero studi geologici accurati e chissà che in futuro ciò non possa avvenire.
Il restyling portato a termine da due imprese siciliane
Intanto il lavoro attuale portato a termine sotto l’occhio attento della Soprintendenza dei Beni Culturali, ha visto impegnate per la fase esecutiva due società siciliane l’Ati Comes Giovanna di Catania e la Renova Restauri srl di Ragusa. L’ importo dei lavori non hasuperato i 100 mila euro.
Che bella notizia!