Suono delle macchine – il suono dell’alienazione, o come proiettarsi fuori dal tempo e dallo spazio con un paio di cuffie, parte II - itPalermo

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Suono delle macchine – il suono dell’alienazione, o come proiettarsi fuori dal tempo e dallo spazio con un paio di cuffie, parte II

Suono delle macchine, exmachina

Secondo elemento di questa riflessione sono proprio i dispositivi tecnici, i sintetizzatori, e la produzione di melodie e di suoni. In principio vi fu il punk e l’etica del Do It Yourself, che rese ogni ragazzino incazzato\politicizzato\nichilista\estetizzante un musicista. Poi vi fu il recupero industrial dei detriti e dell’archeologia industriale, che riuscì ad estrarre suoni dagli oggetti di uso comune. La prima ondata di artisti elettronici si fece forza sulla diffusione a buon mercato di sintetizzatori, di campionatori e di drum machines. Il suono delle macchine, in questo caso, incanalava i fermenti controculturali in una dimensione nascosta ed ovattata. Aphex Twin scrisse una sua personale forma classica dell’elettronica, una sua ‘ Roland TR 808 ben temperata’. Perchè? Per imbastire le proprie sperimentazioni, i propri incubi e le proprie sonore perculazioni al mondo della musica. Il suono delle macchine è l’incubo del reale.

L’inumano come suono: gli Autechre

Ecco, negli Autechre tutto questo scompare, perché essi portano a compimento il processo di autoproduzione legato alla semplice ma geniale equazione ‘un computer-un musicista’. Non me ne vogliano i musicisti di professione! Con le parole di Mattioli, il duo di Manchester rappresenta l’oltrepassamento della soglia tra umano e macchina. E, di conseguenza, l’affermazione della macchina stessa come entità autonoma in grado di esperire ed enunciare i propri codici comunicativi. Questo è l’inveramento del sogno della cibernetica di Wiener, Beer e altri scienziati, ovvero la vita indipendente della macchina a fianco e oltre l’umano.

Il suono inumano della macchina materializza la dromologia come spirito del tempo. Contemporaneamente, la riattiva nella prospettiva dell’estinzione, prospettando una nuova vita per l’umano dentro la macchina. I due artisti sono degli alchimisti, che lavorano con i codici generati dagli ambienti sonori come Max\Msp. Con essi, infatti, è possibile trasformare ogni laptop in macchina parlante, comunicano con lo spazio sidereo e glaciale che si situa oltre l’esperienza percepibile. Il suono delle macchine, così, è la metafora dell’autocoscienza della macchina stessa.

Glitch e beat

Il loro suono da materialità alla paranoia e al contatto con quello che Thacker, definisce numinosum, esperienza terribile e estatica irriducibile alla stessa sensibilità. E’ il suono dei quanti e dei glitch. E’ il suono dell’universo che si compone e si ricompone con un click e con un delay nell’asettico ambiente del laboratorio. Che è l’altro spazio della modernità intesa come connessione tra ibridi, attanti e umani per il compianto Bruno Latour. Esso è anche, e lapidariamente, la produzione seriale e volontaria di glitch e di errori come tagli sulla materia sonora. Il suono degli Autechre è, in sostanza, l’esoscheletro dello xeno-agente e della sua presenza costante nell’ambito del quotidiano.

Suono delle macchine
Suono delle macchine – Autechre

Un suono sgretolato

Il suono, infatti, si fa sempre più rarefatto. Esso abbandona la melodia iniziale di album come Incunabula e Tri Repetae. Si evolve in quell’insieme di schegge inarrestabili di Confield, in cui la forma-beat mantiene una propria integrità. E alla fine si gretola in seguito fino a diventare sabbia ferrosa, granelli, bricioli di materia sonora in Exai e nel mastodontico viaggio di Elseq. Ogni laptop, ogni smartphone, come in Poltergeist, se messo in condizione, è in grado di vivere di vita propria. Esso ci prende per mano per gettarci nei vortici multidimensionali dei propri sogni (come Interstellar ma dentro cybertrip!). IL suono delle macchine si materializza tra le pieghe di ogni oggetto e di ogni diffusore musicale.

La Macchina e il suono analogico

Terzo ed ultimo punto della riflessione è legato al tempo e agli effetti di quest’ultimo sui ricordi, sulla memoria e sugli affetti. La macchina, infatti, è anche una protesi in grado di immagazzinare ricordi e anche di articolare affetti artificiali. In questo senso, la musica delle macchine è sempre esposta al doppio movimento tra le due figure reynoldsiane della retronostalgia e della futuromania. Queste sono, infatti, le due differenti modalità del cavalcare l’essere ‘assolutamente moderni’ di poetica memoria.

Fedeltà allo xeno-agente

Ci si permette di ricapitolare brevemente.I richiami bucolici di Aphex Twin sono la caramellina per attirare gli ignari nei diabolici meandri del beat. La rincorsa del codice degli Autechre, invece, è un modo per accelerare la venuta delle Macchine. Le screziature vintage dei Boards of Canada sono una sintesi intempestiva di queste due istanze. Il loro suono è, infatti, una manifestazione di infedeltà all’accelerazionismo e all’intensità futuristica dell’Idm. Ma, come tutti i tradimenti, nasconde una manifestazione di fedeltà tanto al verbo quanto alla forma dello xeno-agente macchinico. In questo caso, il suono delle macchina assume una dimensione meta-temporale.

Hantologies: alla ricerca degli spettri

Come scrive Mattioli, la ricerca della purezza analogica è la ricerca di un conforto rassicurante tra le braccia del passato. Al contempo, è anche il rito di fondazione del nuovo millennio. In pratica, è il movimento retroattivo in cui cercare le certezze perdute e tradite delle grandi e piccole narrazioni. Il gruppo britannico nel suo sparire e ricomparire all’improvviso dalle scene, è uno spettro che si aggira tra gli spettri. Come? Nel suo non mostrarsi come famiglia per poi dichiararlo. Nella ricerca di un suono caldo ed avvolgente. Per dirla con le illuminanti parole di Mark Fisher, essi sono una manifestazione dell’Hauntology. Sostanzialmente, della ricerca ossessiva degli spettri di futuri che non si sono attualizzati. Quali? Quelli della rivoluzione, della liberazione totale, dell’automazione senza dispotismo, del superamento dell’esistente senza il ritorno alla gabbia del presente.

Vintage
Suono dell’alienazione

Lo spazio della memoria

La ricerca della bellezza dei tempi passati, nel suono e nell’estetica, è il terreno di battaglia di due differenti visioni della storia e della memoria. Un campo di battaglia che vede affrontarsi la ricerca del futuro da attualizzare contro la sicurezza del passato e della stabilità. Come rendere questa dicotomia attraverso una metafora? Immaginandola come una battaglia tra il desiderio di liberazione della xeno-macchina e la sua elevazione a Baal. Il suono del duo scozzese si sforza di dipingere questa battaglia, a volte soccombendo alla nostalgia dello spazio domestico della scienza televisiva, della natura.

Per fare ciò evoca le potenze demoniche del sottosuolo, lava vulcani ed eruzioni improvvise. Potenze improvvise come possono essere la distruzione e la rinascita sotto il segno di una nuova alleanza con lo xeno-agente.

Per concludere

Per scongiurare il refrain dell’estinzione e le sue litanie retronostalgiche, bisognerebbe risvegliare demoni e memorie scomode! O, come suggerisce Mattioli, aspettare con le cuffie ed un joint e premere play per lasciarsi rapire-abduction!- dalle spire della musica della macchina. L’artista trickster, il duo inumano ed i fratelli hauntologici sono e continuano ad essere l’ideale colonna sonora in attesa di questa esperienza!

Con un suggerimento!

Il libro è assolutamente consigliabile. Esso rapirà i lettori e li coinvolgerà in un trip liquido. Come liquida, plasmabile e ricombinabile era la materia che componeva il corpo del T-1000 di Terminator 2. Al contempo, la lettura è acida e caustica come la secrezione della xenomorfa di Alien. Per il resto, spero che se Mattioli leggerà questo brogliaccio, non se ne prenderà a male! Ma lo festeggerà con un sonoro pernacchio diretto nei miei confronti!

Suono delle macchine – il suono dell’alienazione, o come proiettarsi fuori dal tempo e dallo spazio con un paio di cuffie, parte II ultima modifica: 2022-10-28T10:54:10+02:00 da VINCENZO DI MINO

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