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Carretto siciliano, museo d’Aumale celebra l’icona dell’Isola

Museo d'Aumale

Il carretto siciliano con i suoi colori giallo, rosso, arancio e verde è diventato l’icona della sicilianità. Usato per il trasporto di persone, del vino o di grano lungo le “trazzere” il carretto ha saputo nel tempo trasformarsi in un’opera d’arte. Una forza espressiva e artistica data dal fascino delle sue origini e dalle pitture che lo rendono davvero prezioso.

La storia del carretto siciliano

Il primo a parlarne nel 1833 è il letterato francese  Jean Baptiste Gonzalve de Nervo che rimase in Sicilia per raccogliere materiale per il suo libro di viaggio. Ben trentadue anni dopo, siamo nel 1835, sempre un francese questa volta era un geografo portò la sua testimonianza. Si trovava in Sicilia per documentare e osservare l’eruzione dell’Etna. E infine quanto racconta lo scrittore Guy de Maupassant che rimase colpito dalla vista di un carretto a Palermo.

Le maestranze che lavorano per la realizzazione del carretto siciliano

Le linee e gli intarsi di questi mezzi a due ruote custodiscono il lavoro di diverse maestranze come l’intagliatore, il fabbro, il “carradore” (colui che assembla tutte le sue parti). In alcune occasioni si parla anche di “u siddaru” (ovvero chi prepara l’animale da traino ricoprendolo di ornamenti e di pennacchi). Negli anni le diverse decorazioni hanno messo in evidenza anche le aree di  geografiche di provenienza. E da qui la nascita di diverse scuole e famiglie d’arte in diverse parti dell’Isola.

I dipinti avevano vari significati, infatti non solo esprimevano la bravura dei pittori ma proteggevano il legno dal trascorrere del tempo. Ogni “sponda” del carretto (è chiamato così il rettangolo laterale) è diviso in due sezioni generalmente laccato dal colore rosso. Il tutto è stato da sempre arricchito, almeno in origine, dalle immagini di santi, della Vergine o dai volti di cavalieri narrati dai cantastorie che giravano l’Isola. Si dice anche che un’altra funzione del dipinto era quella per gli ambulanti, in tempi moderni, di attirare l’attenzione dei passanti.

Foto Galleria
Esposizione carretti al Museo D’Aumale di Terrasini- Foto di Antonietta Emma

Con l’avvento nel XX secolo dei veicoli a motore è davvero difficile ormai incontrare dei carretti lungo le strade tuttavia vi sono dei luoghi dove ne conservano diversi esemplari. E a Terrasini in provincia di Palermo sorge il Museo d’Aumale che custodisce circa 70 esemplari di carretti provenienti da diverse aree della Sicilia. L’attenzione verso questo mezzo ormai diventato il simbolo dell’Isola ha fatto si che prendesse il via la prima edizione della manifestazione regionale “Carretto – Icona dell’identità siciliana”. Un progetto promosso e sostenuto dall’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana.

La manifestazione “Carretto – Icona dell’identità siciliana”

Bisogna guardare alla sintesi di queste Arti non più con sospetto e indifferenza ha raccontato Domenico Targia, Direttore del Parco Archeologico di Tindari, e già Direttore del Museo d’Aumale. Targia  ha guidato negli ultimi due anni le ricerche e gli approfondimenti sulle tracce storiche e antropologiche del carretto siciliano. E per tre giorni il carretto, già iscritto al REIS (Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia) è stato il vero protagonista.

Tanti i dibattiti, le mostre, i laboratori artigianali, le esibizioni canore e folk, l’ opera dei pupi e  le proiezioni cinematografiche che si sono susseguite. Nel corso dell’evento è stato assegnato il “Premio Identità Siciliana” a Nerina Chiarenza, premio alla Carriera per la sua attività come pittrice storica dei carretti. Altri riconoscimenti a Angelo Sicilia, per l’innovazione e la ricerca di una nuova identità nell’Opera dei Pupi siciliani e infine a Nina Giambona per l’innovazione, la ricerca e la diffusione del Carretto siciliano. 

Sottoscritto il “Patto del Carretto”

Il protocollo  mira a valorizzare e approfondire i temi relativi alla produzione artigianale tutelando anche le maestranze che lavorano intorno alla realizzazione di un carretto, insieme al teatro dell’Opera dei Pupi. Un legame carretto- Opera dei Pupi evidente nelle storie dipinte ma segno della tutela delle tradizioni. Il Patto è stato firmato da Direttore del Polo regionale Museo Riso di Palermo Luigi Biondo,dal Sindaco di Terrasini, Giosuè Maniaci. Insieme al primo cittadino di Aci Sant’Antonio Santo Orazio Caruso e Domenico Targia, promotore del Progetto e Direttore del Parco Archeologico di Tindari.

Alberto Samonaì
Visita assessore regionale ai Beni Culturali a Terrasini- Foto di Antonietta Emma

Il Carretto siciliano e il riconoscimento UNESCO

A conclusione di questa manifestazione entusiasmo è stato mostrato da Alberto Samonà, assessore regionale ai Beni Culturali che ha lanciato il prossimo obiettivo. “Dopo l’iscrizione al Registro delle Eredità Immateriali della Regione, avvenuto pochi mesi fa, dobbiamo ambire, tutti insieme, al riconoscimento da parte dell’UNESCO del Carretto siciliano come bene immateriale da iscrivere nel registro del Patrimonio Unesco”.

Oggi possiamo affermare che il carretto siciliano sia nella sua versione artistica più alta e nobile sia nella in quella più semplice è un gioiello artistico che da sempre è riuscito a catturare la curiosità dei siciliani ma anche dei tanti turisti che visitano la nostra Isola.

Carretto siciliano, museo d’Aumale celebra l’icona dell’Isola ultima modifica: 2021-07-07T09:38:00+02:00 da Ambra Drago

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