Sguardi profondi che esprimono il legame indissolubile con la città di Palermo. Una preziosa galleria di volti che sono lo specchio di una città che negli anni ha mostrato sentimenti di resistenza, resilienza e rinascita. Un lavoro quello intitolato “Volti di Palermo” realizzato dal fotografo Massimiliano Ferro presentato in anteprima nel capoluogo. Un progetto fin da subito sposato con entusiasmo dall’editore Carlo Guidotti di Edizioni Ex Libris.
Un progetto visivo quello di Ferro ha sottolineato l’editore che racconta questa città attraverso non i monumenti intesi in senso architettonico, ma attraverso dei veri “monumenti umani”. Una passione, quella di Ferro, verso la macchina fotografica nata sin da bambino sotto la guida di un padre anche lui fotografo.”Mio padre in realtà teneva al mio studio e avrebbe voluto un figlio ad esempio ingegnere o avvocato. Invece a me questo non interessava anche perché in una scala gerarchica professionale per me il fotografo non è mai stato inferiore a qualcun altro. Ho capito che con questo strumento al contrario potevo raccontare anche io delle storie”.
Più di ottanta i volti di Palermo immortalati
E di volti Ferro ne ha immortalati in questo lavoro più di ottanta, con un omaggio ad apertura di catalogo a Santa Rosalia, patrona di Palermo. Poi ci sono alcuni volti istituzionali: il prefetto Forlani, il sindaco e l’assessore alle Culture, Mario Zito, i questori di ieri e di oggi Renato Cortese e Leopoldo Laricchia e l’arcivescovo Lorefice. Ma ci sono anche visi che animano la città con le loro vite personali e professionali: dal primario della terapia intensiva dell’ospedale ‘Cervello’ Baldo Renda, a Paola Di Simone, direttore tecnico biologo dalla Polizia scientifica, il cardiologo elettrofisiologo Gabriele Giannola, le professoresse Rosa Maria Dell’Aria e Antonella Di Bartolo.
E ancora James Jaime Mba Obono, informatico, recuperato in gravissime condizioni di salute affetto da Covid nel suo paese d’origine, la Guinea equatoriale, dall’aeronautica militare. E poi ancora giornalisti, artisti e sportivi. Un lavoro, “Volti di Palermo”, che ha avvicinato Ferro verso una nuova prospettiva. “Io non sono un ritrattista, sono un artista di strada, io le foto le trovo. Poi mi sono messo in gioco anche grazie ad un incontro con Alejandra Matiz, figlia di Leo (fotografo che ha creato la maggior parte dei ritratti di Frida) e lei mi ha proposto di realizzare questo progetto facendo degli scatti a persone che lei conosceva a Palermo”.
I volti di Palermo sono un messaggio alle future generazioni
E via via dai primi quattro scatti ne sono susseguiti altri pensando in realtà a un lavoro di archivio ma mai ad un libro come ha confidato lo stesso Ferro. “Devo dire che man mano che scattavo notavo che c’era una voglia di raccontare e aumentava in me la percezione di quello che stavo facendo. In alcuni dei miei scatti si intravede anche la forza, la resistenza, la dedizione, l’impegno e a volte anche la sofferenza di alcuni protagonisti ( penso a Vullo o a Vincenzo Agostino). Ritengo che questo serva per educare le future generazioni a conoscere e anche a creare qualcosa di bello e positivo in futuro”.
Un viaggio fotografico iniziato nel 2018 e terminato da poco e che vede la presenza di una prefazione a cura del sindaco Leoluca Orlando e una postfazione del giornalista e critico fotografico Nino Giaramidaro.
L’essenza della fotografia tra racconto e emozioni
E la fotografia con il passare del tempo ha avuto un’evoluzione dall’analogico al digitale. Un passaggio che non ha intaccato racconta Ferro la sua funzione di esprimere emozioni, la sua essenza. Dopo questo progetto il fotografo palermitano ne ha ripreso un altro che lo porta a spostarsi nell’interno della sua Sicilia. È pronto a trasferire tutte le emozioni racchiuse nelle autenticità dei luoghi e segnate dal tempo scalfito nei volti degli anziani ( che ama fotografare) fonti di storie vissute e di forti emozioni.
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