Villa Palagonia, una delle residenze nobiliari più curiose dell’isola. Un capolavoro di eccentricità e di superbia. Una delle attrazioni tra le più conosciute e visitate da curiosi e turisti. Una costruzione settecentesca vestita di magia e adornata di mistero. Alla scoperta di Villa Palagonia a Bagheria in provincia di Palermo.
Villa Palagonia, la “villa dei mostri”
Villa Palagonia è un raro gioiello. Fu costruita a partire del 1715 per conto di Ferdinando Francesco I Gravina Cruyllas, principe di Palagonia. A occuparsi della sua realizzazione fu l’architetto e frate domenicano Tommaso Maria Napoli con l’aiuto di Agatino Daidone. La sequela di figure mostruose, però, si deve a Ferdinando Francesco II detto Il negromante. La suggestiva carrellata di statue che ne cingono le mura avvolgono Villa Palagonia di mistero e suggestioni; animali, corpi umani e figure antropomorfe. Stravaganze che si riscontrano anche all’interno della Cappella.
Qui, infatti, il negromante fece dipingere sulla volta un crocifisso dove dall’ombelico di Gesù Cristo pende un uncino a cui è appeso per il collo un penitente, i cui arti servono come braccia per illuminare la cappella. Questo dipinto e tutti gli altri dovrebbero rappresentare la devota pietà del proprietario, la richiesta di perdono per la società del suo tempo impregnata dall’apparenza. Il tedesco Johann Heinrich Bartels affermò che anche le sacre immagini contenute nella chiesa di Villa Palagonia testimoniavano la follia del committente.
Di Goethe e di misteri e leggende
Villa Palagonia ha affascinato personaggi del calibro di Goethe che si lasciò ispirare per scrivere la memorabile scena del Faust dal titolo “La notte di Valpurga”, ma anche Salvador Dalì e Renato Guttuso. Il primo avrebbe voluto acquistarla, il secondo, invece la definiva come il luogo dei suoi giochi da fanciullo. Bellocchio e Tornatore, ancora, l’hanno immortalata o ricreata nelle loro pellicole. Luogo di fantasmi, di leggende e di misteri come quella di provocare alle donne gravide aborti o parti mostruosi. Le figure che cingono le mura della villa sono state a lungo studiate, soprattutto durante il fervore scientifico positivista. Emil Kraepelin, infatti, si interessò alle sculture della villa, rilevandone affinità con i disegni dei catatonici e inserendo una loro fotografia nel primo volume del suo trattato di psichiatria.
Le stravaganze e l’elevato costo del progetto alimentarono un alone di follia e donando quell’aura maledetta del principe. In realtà, gli archivi storici restituiscono l’immagine di un uomo alquanto lucido ma non di bell’aspetto. Si ipotizzò una patologia psicotica dell’aristocratico che lo avrebbe portato a esorcizzare il complesso della sua bruttezza, circondandosi appunto di “mostri”. Recenti studi hanno contribuito alle ipotesi di una chiara matrice alchemica della struttura con una ricerca dell’armonia: dalla musica alla materia.
Sala degli Specchi
Villa Palagonia si articola su due piani con impianto di forma curvilinea con due fronti, uno convesso e l’altro concavo; il primo ospita lo scalone monumentale a doppia rampa in pietra calcarea. Il vestibolo è affrescato con scene che raffigurano le fatiche di Ercole e che permettono di accedere al piano nobile. Sulla destra si trova la Sala degli Specchi, capolavoro e metafora della fragilità e della vanità umana. Il soffitto è ricoperto da specchi e da dipinti raffiguranti una balaustra con sovrastante cielo. Le pareti sono decorate da riquadrature marmoree che contengono sculture a quasi tutto tondo della famiglia Gravina e dei suoi antenati. Sono presenti tarsie marmore e di vetro colorato inserite in incassi ricavati nel marmo bianco di Carrara. Oggi Villa Palagonia è fruibile al pubblico.
- Aperti tutti i giorni.
Dall’1 Novembre al 30 Marzo dalle 09.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 17.30.
Dall’1 Aprile al 31 Ottobre dalle 09.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00.
(ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura) - Qui per info e contatti
Che bellezza!