Guglielmo Borremans, il fiammingo siciliano

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Guglielmo Borremans, il fiammingo siciliano

Fiammingo siciliano: panoramica sugli affreschi dentro la cappella del palazzo arcivescovile

Panoramica sugli affreschi della cappella del Palazzo arcivescovile ph©Patrizia Grotta

Delle innumerevoli schiere di artisti che hanno plasmato l’eterna bellezza di Palermo, ne esistono alcuni di cui – inspiegabilmente – poco si dice fuori dalle cerchie specialistiche. Eppure, molti di questi lasciarono la loro terra natale, agguantati nell’anima umana e professionale dallo splendore della nostra città. Su tutti, oggi vogliamo parlarvi di Guglielmo Borremans, pittore del XVIII secolo originario delle Fiandre. Seguiteci, perché – ne siamo certi – state per innamorarvi degli splendidi colori del Fiammingo siciliano.

Il Fiammingo siciliano

Guglielmo Borremans è uno dei migliori esponenti tra i pittori fiamminghi che, giunti in Sicilia, trovano ispirazione per affermarsi nella definizione magistrale del loro stile. Nato ad Anversa il 12 agosto 1670, compie l’apprendistato nella città natale, per poi seguire quel percorso naturale che conduce molti artisti in Italia. Qui, egli lavora a Roma, poi in Calabria e quindi Napoli, per infine approdare a Palermo, nel 1714, con già un intenso bagaglio artistico. Da qui, e attraverso i suoi vividi affreschi in tutta la Sicilia, la sua fama e la sua arte raggiungono l’apice.

Il legame con Palermo

Scrivendo di quel periodo artistico palermitano, lo storico dell’arte Gioacchino di Marzo dice: le condizioni dell’arte eran tali da non poter essere più opportune alla venuta e al soggiorno di un bravo artefice, che ne avesse preso in mano le sorti e l’avesse sovraneggiata con operosità e con ingegno. Sta parlando, naturalmente, del nostro Fiammingo siciliano!

Fiammingo siciliano: riproduzione dell'affresco in Madonna della Volta

Rara tavola dell’affresco perduto nella Chiesa della Madonna della Vòlta (tratto da G. Di Marzo 1912)

Il primo incarico palermitano che riceve è nella chiesa della Madonna della Vòlta – nota come “dei 23 scaluna”, abbattuta nel XX secolo per il taglio di via Roma. Qui affresca splendidamente l’intera volta con una grande composizione avente per soggetto la gloria della Vergine corredentrice con Gesù. Da questo momento, Borremans non lascia più la Sicilia, lavorando per tre decenni in otto delle nove province siciliane – ad esclusione di Ragusa.
Il legame con Palermo dura fino alla morte, il 17 aprile 1744, e crea svariate opere sparse tra i più importanti edifici religiosi cittadini. Molte sono andate perdute, per eventi disastrosi naturali e umani, ma ciò che rimane restituisce tuttora la meraviglia cromatica delle sue pennellate. Gli affreschi, pittura eseguita direttamente sull’intonaco di tetti e pareti, sono espressione massima della sua arte, spesso compiuta in cicli di opere legate tematicamente. In essi, Borremans esprime incomparabilmente ogni potenzialità cromatica e spaziale!

L’arte di Borremans

Della sua natura artistica fiamminga, Borremans esalta l’uso dei colori, la profondità coinvolgente della luce, l’ampiezza della spazialità e la cura dei dettagli. L’incontro con la pittura italiana del XVIII secolo gli fornisce, invece, l’ispirazione del soggetto: quelle scene di vita quotidiana che – in pieno Illuminismo – soddisfano artisticamente l’esigenza di conoscere la realtà. Legante fra questi due elementi, nel nostro Fiammingo siciliano, è l’anelito spirituale e religioso. Questo offre, infatti, al pittore una miriade di momenti esistenziali di santi, religiosi e – non in ultimo – della Sacra Famiglia.
Con quelle che si possono definire istantanee pittoriche dinamiche, Borremans riempie tutta la Sicilia, oltre che Palermo. Con il tempo, agli affreschi si uniscono anche i dipinti ad olio, con commissioni importanti che si succedono per tutta l’Isola. Impossibile qui riportarli tutti, tanto che per una conoscenza globale vi invitiamo a consultare il catalogo on-line delle sue opere!

Fiammingo siciliano: adorazione dei Magi, cappella del Palazzo arcivescovile di Palermo

Adorazione dei Magi – Palazzo arcivescovile di Palermo ph.©Patrizia Grotta

In ogni suo lavoro, affresco o dipinto che sia, egli fonde in modo ammirabile l’ideale e la naturale bellezza mercè lo slancio del potente suo ingegno e la bravura del suo pennello formato a profondo studio della natura vivente (ancora Di Marzo, 1912). A fronte, però, della straordinaria fama che il suo potente ingegno e la sua magistrale tecnica gli procurarono, nessuna scuola sorge dal suo lavoro. Sono, infatti, solo i suoi figli ad affiancarlo nei grandi lavori. Forse ciò accade perché, dopo la sua morte, quell’arte delle Fiandre che con Borremans – ideale successore in Sicilia di Antoon Van Dyck – aveva ritrovato vitalità, si perderà presto nell’avvento di nuovi correnti artistiche.

La nostra esperienza di Borremans

Il nostro primo incontro con i colori di Borremans avviene alzando lo sguardo alle volte della Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, nota come la Martorana. Allorché infatti, nel 1717 si decise di procedere alla ristrutturazione dell’antica chiesa, il Fiammingo ebbe in affido le decorazioni dei nuovi archi anteriori, del coro e delle cappelle. Qui, egli è artefice di quella che Di Marzo chiama una delle maggiori stranezze del ‘700, data dal contrasto fra lo stile semplice e massimamente spirituale dei mosaici bizantini e l’esuberanza di forme e i vivaci effetti cromatici dell’opera di Borremans.
A farci, però, innamorare della cromia del fiammingo arriva il ciclo di affreschi all’interno della Cappella del Palazzo arcivescovile. Attraversare quella soglia è un’esperienza al contempo spirituale quanto disorientante. All’improvviso ci si trova immersi in un mondo a parte, come una piscina, fatto di colori e luce che disegnano tutta la stanza di vita e incanto.

Fiammingo siciliano: Gloria di San Pietro presso Oratorio della Carità di San Pietro

Gloria di San Pietro presso l’Oratorio della Carità di San Pietro a Palermo ph©Patrizia Grotta

Il ciclo delle Storie dell’infanzia di Cristo rapisce l’occhio e avvolge l’anima. La sensazione è che tutto l’ambiente, lo spazio, sia stato posseduto dalla mano del Fiammingo, in una cura dei dettagli mozzafiato. Per rafforzare la nostra passione fiamminga, è bastato entrare poi nell’Oratorio della Carità di San Pietro ai Crociferi, dove Borremans è ovunque, negli affreschi come nelle finte architetture. O nell’annessa chiesa di Santa Ninfa – che ospita tre dipinti d’olio su tela rappresentanti San Giuseppe e la Sacra famiglia.
In ogni luogo e in ogni opera colpisce la misteriosa permanenza sulla retina di colori e luce, anche quando abbiamo chiuso gli occhi. È come se quel trionfo di colori possa evolversi da semplice elemento percettivo a sensazione interiore di calore pieno. È questo, infatti, il segreto del Fiammingo siciliano: le sue luminose cromie approcciano come una gentile carezza, per poi impossessarsi della mente come un’euforia permanente!

Guglielmo Borremans, il fiammingo siciliano ultima modifica: 2019-04-15T18:27:14+02:00 da Patrizia Grotta

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