La storia che vi raccontiamo oggi ha tutta l’aria di una favola di Natale, con il pregio di essere invece una virtuosa realtà palermitana. È la storia di come uno fra i più maestosi palazzi nobiliari di Palermo abbia incontrato e sposato uno fra i più bei patrimoni naturali di Sicilia. E di come da questa unione siano nate idee innovative e azioni esemplari. Il primo è Palazzo Sant’Elia, con la Fondazione omonima; il secondo è l’Ente Parco delle Madonie. Vi raccontiamo di idee e di azioni che iniziano da un presepe e arrivano ad un desiderio di cambiamento possibile.
Natale a Palazzo
Siamo entrati in questa storia per caso, attraverso uno dei simboli per eccellenza del Natale: il presepe. L’occasione è, infatti, la Rassegna “I Presepi delle Madonie”, allestita all’Info Point del Parco delle Madonie – dentro Palazzo Sant’Elia. È una raccolta sorprendente di maestria artigianale e tradizione locale. L’idea è semplice ma perfetta: coniugare creativamente le eccellenze madonite all’iconografia natalizia. Ed ecco che nascono dei capolavori, belli da vedere e – al contempo – ambasciatori vincenti dei quindici paesi che compongono il Parco delle Madonie. Il percorso espositivo attraversa, così, virtualmente le Montagne palermitane. Lo sfoglio di Polizzi Generosa, ad esempio, crea una ghiotta capanna per il Bambin Gesù. Da Caltavuturo arriva l’opera Nettare di Sicilia, plasmata con cera d’api. Non mancano i famosi biscotti di Castelbuono, che creano l’esemplare più divertente della Rassegna. Anche i più sportivi potranno dirsi soddisfatti: incredibile ma vero, persino la Targa Florio ispira un presepe!
Non può essere Natale, senza il contributo dei più giovani. Con loro lo spirito natalizio a Palazzo Sant’Elia si fa ecologico. Materiale di scarto diviene così arte della rinascita. Allora un sacchetto di patatine, vuoto, può diventare accogliente capanna per la Madonna e San Giuseppe in versione bottiglietta e un cucchiaino come Bambino. Oppure vedrete come i ricci delle castagne possano essere ideali per creare lo spirito della Natività. Suggestiva e poetica vi apparirà la “Sacra Famiglia” realizzata col sale di Raffo. Certo, non vogliamo elencarvi tutti i pezzi della Rassegna, che meritano piuttosto la vostra visita diretta. Avete tempo fino al 6 gennaio per respirare la magia di questi peculiari presepi. L’unico problema? Che, se i vostri occhi sicuramente si sazieranno di bellezza, potrà restarvi dell’appetito insoddisfatto tra uno sfizioso ingrediente e l’altro. Il rischio vale comunque la pena e il nostro consiglio è di non perdervi queste delizie.
Un pizzico di Madonie nel cuore storico di Palermo
Ve lo dicevamo: la nostra fiaba di Natale, che racconta di un’unione portatrice di risorsa, comincia nell’incontro con questi presepi. I presepi delle Madonie raccolti nell’info point dell’Ente Parco, a sua volta incastonato dentro Palazzo Sant’Elia. Eccovi servita l’Unione virtuosa! La presenza dell’Info Point a Palazzo, infatti, non è questione di ospitalità: è piuttosto espressione di un progetto integrato, un ponte fra città e provincia. Ad introdurci entusiasticamente nell’unione sono gli impiegati dell’Ente Parco presenti a Palazzo. Raccontano di fiducia nel progetto, che non si ferma neanche dinanzi l’endemica carenza di fondi. Degli sforzi anche personali. Della voglia di coltivare il binomio Palermo/Madonie come risorsa benefica per entrambi i poli. Il Sovrintendente della Fondazione Sant’Elia, l’avvocato Antonino Ticali, ci parla dei dettagli tecnici – pur lasciando trapelare spesso la passione per la Missione.
Come nasce un’intesa
L’inizio è sancito dal protocollo d’intesa siglato due anni fa fra Fondazione Sant’Elia ed Ente Parco delle Madonie. Il punto di snodo è il socio unico della Fondazione, la Città metropolitana di Palermo sotto la cui gestione ricade il territorio del Parco. È allora apparso fisiologico impiantare a Palazzo Sant’Elia una Porta delle Madonie, che muova in entrambe le direzioni. L’evidenza di partenza è stata che la presenza turistica nel Parco non segue i flussi che coinvolgono Palermo. Collegamenti non sempre funzionali, intermittente integrazione nella promozione delle varie realtà madonite, l’ombra lunga della città che a tratti oscura la risorsa turistica interna. Queste alcune criticità da superare. Ecco quindi l’idea operativa: agganciare, organizzare e direzionare i flussi turistici per le Madonie proprio in città. In quest’ottica, nasce l’info point – inteso come gancio di traino e non solo come vetrina. Un richiamo verso le Montagne che pulsa nel cuore storico palermitano.
Poiché ogni porta conduce in due direzioni, il progetto d’unione vuole che le Madonie scendano in città. Come? Offrendo alla fruizione urbana l’immenso patrimonio di tradizioni artigianali ancora vivo nei paesi montani. Una conoscenza reciproca, quella fra città e Madonie, da coltivare, allargare, offrire ad un pubblico – turistico e locale – sempre più ampio. L’obiettivo dichiarato è di utilizzare la risorsa dell’unione per far uscire le Madonie dall’isolamento e ridurre la distanza pregiudiziale fra i due poli. E ridurre anche le difficoltà di accesso al Parco. Il Soprintendente adopera parole decise illustrando gli sforzi compiuti per rendere inclusivo il parco, sviluppando percorsi per portatori di varie disabilità. L’attenzione all’inclusività è prioritaria nel progetto che unisce Fondazione e Parco. Per questo, racconta, si è fortemente voluta la partecipazione di studenti disabili delle scuole madonite all’allestimento dei quindici alberelli fuori Palazzo Sant’Elia. Un alberello a rappresentare ciascuno dei quindici paesi del Parco.
L’unione fa l’integrazione
Nel raccontarci la storia recente di Palazzo Sant’Elia, il Sovrintendente Ticali individua quattro fasi del nuovo corso – nato sotto l’egida della Fondazione omonima. La prima fase, ci dice, è stata quella di start up, una scommessa difficile ma che è riuscita ad essere vincente. La seconda fase, sulle solide basi della prima, ha visto la Fondazione protagonista attiva nell’organizzazione di eventi importanti, come mostre e rassegne. Con una filosofia ancora inclusiva: spazio non solo ad attori notori e mondiali, ma anche a realtà locali, poco note ma di alto potenziale. La terza fase della nuova vita del Palazzo è stata la grande sfida della gestione degli eventi per Palermo capitale della Cultura. La quarta – non certo ultima – è quella attuale e cruciale dell’integrazione del Palazzo nel territorio.
L’idea è quella di presentare Palazzo Sant’Elia agli abitanti del centro storico come elemento della loro vita quotidiana, qualcosa da vivere e da proteggere. Da qui il confronto continuo con i Comitati cittadini del centro storico sulle varie iniziative. I frutti, ci dice il Sovrintendente, si stanno già vedendo. In occasione del posizionamento degli alberelli – ad esempio – sono stati i commercianti stessi a suggerire il modo per sottrarli alle mire vandaliche. E la partecipazione dei cittadini al loro allestimento ha superato ogni aspettativa.
Unione per i più piccoli a Palazzo Sant’Elia
L’attenzione principale, però, è rivolta ai più piccoli, ai bambini delle scuole del circondario. Da qui la promozione delle attività come quelle in corso per il periodo natalizio, con un ricchissimo programma. Musical, letture di fiabe, laboratori di ceramica con il Maestro Bennardo Mario Raimondi e di pittura con i Maestri Aurelio Caruso e Daniela Gargano stanno coinvolgendo decine di bambini. Lo abbiamo visto con i nostri occhi: i bambini sono talmente presi da star attenti e partecipi per tutto il tempo delle attività. Se non è magia questa! La scelta dei laboratori, ci rivela il Sovrintendente, non è casuale. È stata frutto di un’attenta disanima del territorio. In presenza di classi composte da bambini di anche venticinque etnie diverse, è insensato quanto adultocentrico mantenere un linguaggio verbale incomprensibile.
La via diretta, quelle delle azioni, è la strategia più funzionale per comunicare il messaggio: Palazzo Sant’Elia non è estraneo alla vostra realtà. Facendone luogo di svago, di creatività, di collettivo e comune fare – nella cornice di una bellezza mozzafiato – i bambini, futuri adulti, si appropriano realmente del contesto. E, considerandolo anche proprio, lo rispettano e lo tutelano. Presentare loro anche la ricchezza del Parco delle Madonie come qualcosa di vicino – ci dicono gli impiegati – vuole ampliare i confini delle loro menti. Perché siano un giorno uomini e donne consapevoli del più ampio territorio che li circonda. E che gli appartiene.
Ed è magia a Palazzo Sant’Elia
Ente Parco con Fondazione Sant’Elia, quindi, in sinergia per rendere il Palazzo e le Madonie patrimonio della gente, dei Palermitani e, soprattutto, delle nuove generazioni. Sinergia è, infatti, la parola magica: risorse e competenze differenti che si incontrano, si amalgamano e producono. Producono intrattenimento e benessere dell’anima, ma anche – e principalmente – integrazione. Il cuore si addolcisce nel vedere frotte di bambini che attraversano la maestosa bellezza di Palazzo Sant’Elia. O che si stupiscono dinanzi i presepi fatti dai loro coetanei madoniti, verso cui nascono curiosità e interesse. Come in una fiaba, la bellezza cala su tutti e si fa accogliente come calda cioccolata. Se il Natale è gioia ed armonia, dentro il Palazzo accade veramente un miracolo natalizio. Quando la maestosità della bellezza si fa piccina, il risultato è una magia e l’unione virtuosa fra due “istituzioni” diviene beneficio per i piccoli. Tutto nel più puro e genuino spirito natalizio.