Il Governo sta lavorando alacremente per la Fase 2 affinché l’economia italiana, in enorme difficoltà a causa del lockdown dovuto al Coronavirus, possa timidamente riprendersi considerando che ogni settimana di chiusura delle imprese corrisponde alla perdita di miliardi e punti di Pil. Se alcune aziende hanno continuato la produzione, certo con forti limitazioni, perché ritenute fondamentali per la sopravvivenza del paese, i primi settori a riaprire, con le doverose misure di sicurezza, saranno il manifatturiero e l’edilizia. Un calendario di massima di ripresa per le altre attività produttive prevede che centri estetici, parrucchieri, ristoranti e bar riaprano il 1 giugno. Nulla si sa dei cinema e dei teatri. E dunque? Si sta sempre più palesando un ritorno al passato. Nella Fase 2 drive-in per cinema e musica. Cosa cambierà?
Progetto Live drive-in
In La cultura ai tempi del Coronavirus dicevo che durante la quarantena molti teatri, musei e cineteche hanno spalancato gratuitamente le proprie porte on line. Nella Fase 2 la riapertura dei musei e delle biblioteche è prevista per metà maggio. Diversa, invece, la situazione per cinema e teatri. Il viceministro alla salute Pierpaolo Sileri ha precisato, infatti, che saranno gli ultimi a tornare in attività. A tale affermazione varie le risposte tra cui il progetto “Live drive in”. Format ideato da un gruppo di addetti ai lavori del mondo dello spettacolo nazionale che propone rappresentazioni e concerti live, ma anche proiezioni cinematografiche, godibili dal proprio veicolo. Venti le città italiane che hanno aderito, tra cui Catania e Palermo. L’iniziativa, seppur transitoria, sostiene la filiera di settore, oggi in ginocchio. Ci domandiamo però se verranno coinvolti solo gli artisti che possano garantire rientri economici adeguati ai vasti spazi scelti.
Progetto CineDrive
Altra risposta proviene dal progetto “CineDrive“, nato dalla collaborazione di Cna Cinema e Audiovisivo di Roma che prevede la riapertura dei drive-in. Questa iniziativa è riservata esclusivamente agli esercenti del settore cinematografico e prevede la collaborazione di una società concessionaria leader degli schermi. A condividere tale visione è il presidente di Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Multimediali), Francesco Rutelli, che ha suggerito di rilanciare il compartimento in estate proprio attraverso arene e drive-in. Le proiezioni all’aperto, infatti, consentirebbero di superare eventuali restrizioni dettate dal distanziamento sociale. Anec nazionale (Associazione Nazionale Esercenti Cinema) in collaborazione con il Mibact, sta lavorando per avviare il progetto nelle più grandi città d’Italia. In attesa della tanto auspicata riapertura delle sale cinematografiche, siamo pronti ad ammirare i film più amati di sempre, che acquisiranno un fascino nuovo, dalla nostra macchina.
Storia del Drive-in
Il drive-in è nato in America negli anni Trenta, diventando uno dei simboli per antonomasia degli Stati Uniti. Dall’idea, secondo alcuni, di Richard Hollingshead che voleva permettere alla madre sovrappeso, che faticava a sedersi nelle poltrone dei cinema, di vedere i film. Più probabilmente si diffuse perché era ritenuta un’idea vincente, visto quanto si stavano diffondendo le automobili e le produzioni cinematografiche. I drive-in permettevano agli spettatori di mettere in mostra le auto, gustarsi i benefici della relativa intimità e spendere poco. Ebbero un buon seguito fino ai primi anni Sessanta. Passarono rapidamente di moda anche perché le sale cinematografiche avevano migliorato molto la qualità dei suoni e delle immagini. Inoltre, un cambiamento sociale aveva portato i possessori dei terreni delle periferie, su cui erano costruiti i cinema, a venderli o farci costruire edifici, con grandissimi guadagni e nessuno sforzo.
Drive-in in Italia
Il 28 agosto del 1957 fu inaugurato il primo cinema drive-in d’Italia a Casal Palocco, vicino Ostia. Era il più grande d’Europa. Chiuso negli anni ‘80, fu riaperto occasionalmente nel 2015 per due serate in cui vennero proiettati i film Grease e American Graffiti. Quattro le città italiane in cui sono ancora oggi attivi i drive-in: Pozzuoli (Na), Pontedera (Pisa), Roma e San Tammaro (Caserta). Due sono aperti tutto l’anno e ogni settimana aggiornano la propria programmazione proponendo pellicole recenti e richieste. Cosa succederà adesso? Riusciranno gli esercenti ad attivare le nuove iniziative? Nella Fase 2 il Drive-in, sia per il cinema sia per la musica, potrà avere nuova vita? Sicuramente sarà una boccata d’aria, una situazione che, seppur transitoria, permetterà di ridurre la disoccupazione del settore ed evitare di perdere ancora milioni di euro.
Cosa ci dovremo aspettare?
Negli altri paesi, come la Germania, sono stati avviati dei progetti che si adattano all’emergenza. Biglietti solo online, massimo due persone per macchina e snack venduti con le dovute precauzioni. E in Italia cosa ci dovremo aspettare? Se per Rutelli il Drive-in «è un fatto sentimentale, emozionale, limitato», le arene invece possono essere questa estate un fatto importante che va organizzato, utilizzando tanti spazi all’aperto, da parchi a spiagge. Coinvolgendo gli esercenti e i distributori in modo da garantire il distanziamento sociale e la sanificazione. Per molti che come me non hanno mai vissuto il Drive-in, che sia musicale o cinematografico, sarà un’esperienza nuova con una vena vintage. Non ho mai amato particolarmente le arene, forse a causa del troppo chiacchiericcio, il fumo delle sigarette e le varie distrazioni. Oggi però potrebbero segnare un po’ di normalità per tutti in un momento storico, sociale ed economico così tormentato.