La terrazza del Loggiato di San Bartolomeo: eden fra mare e montagna

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La terrazza del Loggiato di San Bartolomeo: eden fra mare e montagna

Fra mare e montagna: la terrazza del loggiato di San Bartolomeo

Oggi vi portiamo in un luogo che, siamo sicuri, ruberà il cuore agli estimatori DOC di Palermo. Un posto da cui poter fare una sorta di ripasso approfondito della bellezza della città. Un incanto sospeso fra mare e montagna, da cui sarà difficile andar via. Non ci credete? Seguiteci nel nostro racconto sul Loggiato di San Bartolomeo e sulla sua incantevole terrazza panoramica.

La storia del Loggiato

È possibile che i vostri occhi abbiano visto frequentemente, di passaggio, questo gioiello, senza conoscerne il nome. Ai Palermitani accade spesso di avere una conoscenza “di vista”, degli elementi del suo patrimonio artistico. Quella conoscenza di confidenza che tanto anima il rapporto con la città! Caratteristiche sono le sue due logge a prospetto, che guardano su Porta Felice. Vicinato di gran prestigio per un luogo dalla storia particolare, dalla nascita ai nostri tempi. Nel 1605, l’edificio – un ospedale – viene eretto nel sito in cui lo conosciamo, in sostituzione di quello annesso alla chiesa di San Nicolò alla Kalsa. Non sforzate la vostra memoria d’orientamento per collocare questa chiesa. Essa andò, infatti, distrutta nel marzo del 1823, quando gli effetti devastanti del terremoto di Pollina arrivarono anche in città. Per lunghissimo tempo, le macerie dell’edificio sacro fecero triste mostra di sé a piazza Santo Spirito.

Fra mare e montagna: vista su Piazza Santo Spirito
Vista su Piazza Santo Spirito, dove prima sorgeva San Nicolò alla Kalsa ph © Patrizia Grotta


Nel 1864 si procedette all’abbattimento e alla rimozione, per far posto alla famosa Fontana del Cavallo Marino. L’opera di Ignazio Marabitti, proveniente da palazzo Ajutamicristo, cancellò il ricordo di ciò che aveva preceduto il terremoto! Torniamo al Loggiato, però. Fu edificato, come dicevamo, in sostituzione della prima sede dell’Ospedale di San Bartolomeo l’Incurabili. Gli incurabili erano malati di tubercolosi e infezioni veneree, all’epoca letali. Lo rimase per vent’anni, dalla fondazione fino al 1826, quando la destinazione d’uso mutò verso altra opera di pietà: quella verso gli orfani. Il prospetto sul Cassaro fu dotato di “Ruota per gli esposti”, così da raccogliere i piccoli abbandonati. L’orfanotrofio “Santo Spirito” operò fin quando un’altra catastrofe non si abbatté sulla zona. Niente di naturale, questa volta: i bombardamenti della Seconda guerra mondiale non risparmiarono la struttura! L’edificio si sgretolò, ma le logge rimasero intatte, in una sorta di prodigio sospeso fra mare e montagna.

Il loggiato solidale

Lo abbiamo visto: il Loggiato di San Bartolomeo nasce all’insegna della solidarietà da offrire ai soggetti più deboli, come malati e orfani. Per un ultimo periodo della sua prima vita, fu anche “Asilo degli emigranti”, poiché qui trovavano temporanea ospitalità i nostri conterranei in procinto di partire per le Americhe. Non è forse un caso se la solidarietà sia rimasta una cifra della struttura. Dopo la distruzione della Seconda guerra mondiale, la ricostruzione fu voluta ma lenta, incappando in nuove difficoltà e nuovi danneggiamenti per eventi sismici. La sua storia recente vede l’affidamento alla Fondazione Sant’Elia, uno stop di sei anni e finalmente un bell’esempio di sinergia solidale fra privati.

Le logge superstiti di San Bartolomeo
Il Loggiato di San Bartolomeo e l’Eroe Elimo ph © Patrizia Grotta

Sponsor e mecenati, infatti, hanno finanziato i lavori necessari alla riapertura del Loggiato, avvenuta lo scorso maggio. In qualche modo, la solidarietà prodigata per secoli ai deboli è tornata indietro a questo posto straordinario. Oggi ospita eventi e mostre d’arte e fotografiche contemporanee, esprimendo al massimo la propria vocazione culturale. Noi lo abbiamo visitato in occasione delle Vie dei Tesori, ancora in corso per l’ultimo fine settimana (un consiglio: non perdete l’opportunità!). Tre ciceroni d’eccezione – Gaia, Martina e Vincenzo della IV D del Rutelli – ci hanno generosamente e simpaticamente aperto le porte su questo eden. Ed è stato con loro che abbiamo scoperto il gioiello nel gioiello: la vista mozzafiato su Palermo, in un universo ammaliante per i sensi – sospeso fra mare e montagna.

La terrazza, eden sospeso fra mare e montagna

Il perché della nostra insistenza su “sospeso fra mare e montagna” potrete capirlo nel momento in cui, giunti sulla terrazza, guarderete e vedrete! Il piano sottostante, ampio salone che prende luce e aria dalla loggia superiore, vi avrà già offerto un delizioso assaggio. Dal meglio, però, vi separano ancora un paio di rampe di scale! Di viste memorabili sulla città ne sono ormai disponibili diverse, da tetti e cupole di chiese e torri. Nessuna, però, potrà darvi la visione d’insieme del Loggiato. Dalla terrazza, è chiaro quanto emozionante come Palermo nasca dal mare – Venere sicula – per lasciarsi abbracciare e contenere dalle montagne. Un’unione da brividi, che è impossibile cogliere dalla strada o da qualsiasi altra vista panoramica. Sul mare di un azzurro intenso, l’ampio specchio del Golfo si insinua dolcemente nella città tramite il bacino della Cala.

Fra mare e montagna: la Cala e Monte Pellegrino
La vista ineguagliabile sulla Cala e Monte Pellegrino ph © Patrizia Grotta

Tra i monti dalla solida roccia, spiccano il sacro Monte Pellegrino con il suo castello rosa, Monte Cuccio, Monte Billiemi e gli altri. E in mezzo un inestimabile parterre di tetti, ma soprattutto di cupole che costellano il grande centro storico cittadino. Con Gaia, Martina e Vincenzo ci siamo divertiti a individuare le cupole, in un ripasso dal vivo della storia architettonica e artistica palermitana. Lassù è come affacciarsi su uno straordinario libro d’arte in cui la città prende vivida forma e si mostra interamente! Dal campanile bianco e verde di San Francesco d’Assisi fino all’ingegnosa cupola del Teatro Massimo, quasi nessuno dei monumenti principali di Palermo manca all’appello. Increduli, riuscirete a vedere le cupole dell’Osservatorio astronomico di Palazzo dei Normanni e la contigua porta Nuova.

Osservatorio astronomico e SS Salvatore
L’osservatorio Astronomico, in fondo, ela cupola del SS Salvatore ph ©Patrizia Grotta

Il custode del Loggiato: l’Eroe Elimo

Dalla terrazza, noterete un dettaglio che dal basso a volte sfugge, ma che richiede – una volta giù – più che un’occhiata. Si tratta di una statua in bronzo, opera di Igor Mitoraj, che omaggia gli Elimi, l’antico popolo siciliano nostro antenato. Posto lì, l’Eroe Elimo, fra il mare e il Loggiato, sembra proteggerlo da ciò che il futuro potrà riservare ancora. Nel presente, intanto, vi suggeriamo di portare con voi un binocolo o anche solo una macchina fotografica con uno zoom ottico soddisfacente. Avrete difficoltà a staccarvi dal panorama, rendendovi conto che ad ogni sguardo emerge qualcosa di nuovo. Proverete la sensazione che ha pervaso noi: di essere al cospetto dell’intera Magnificenza di Palermo, in quei segreti che solo dal cielo possono essere svelati. E di sentirvi, per qualche intenso lungo minuto, come dei sull’Olimpo.

La terrazza del Loggiato di San Bartolomeo: eden fra mare e montagna ultima modifica: 2019-11-02T14:47:07+01:00 da Patrizia Grotta

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