Vi siete mai lasciati inghiottire dal fascino delle città? Vi siete mai persi tra le passeggiate nei dettagli dei monumenti, ad estasiarvi per i giochi di luce e ombre tra i profili dei palazzi? Il centro storico è uno scrigno di bellezze e un connubio di storie. Ogni angolo racconta qualcosa ed è protagonista dei mutamenti di Palermo. Hotel de France si trova a Piazza Marina ed è uno degli edifici storici della città.
Hotel de France, da palazzo nobiliare ad albergo
L’edificio di origine seicentesca è stata la dimora dei marchesi di Sant’Onofrio del Castillo. Conosciuto come Castello di Sant’Onofrio, viene trasformato in albergo nel 1808. Dopo due gestioni viene acquisito dagli imprenditori padovani Giachery nel 1838 e diventa l’albergo più lussuoso della città. Fu un periodo d’oro. Nel 1857 la facciata assume l’aspetto che conserva fino ad adesso e per ampliare l’Hotel de France vengono acquistati i fabbricati posti sul retro: il Reclusorio della Candelora e lo spazio su cui sorgeva parte delle antiche carceri femminili. Dame e gentiluomini passeggiavano nel “jardin de France” di cui oggi rimane solo una scritta su un palazzo in vicolo Sant’Uffizio.
Tanti furono i personaggi famosi che soggiornarono all’Hotel de France. Da Sigmund Freud a Joe Petrosino. Ed è proprio qui, infatti, che Freud scrive la maggior parte delle lettere descrivendo Palermo come «una città elegante, pulita, estremamente ricca di edifici e dotata di tutto quanto si possa pretendere, quasi come Firenze. lo qui per esempio mi compererò un contenitore per le mie cravatte. Solo ora ci rendiamo conto della magnificenza dei giardini pubblici, uno dei quali dà sulla nostra piazza. La guida Baedeker dice che l’acqua è buona. Grande è il nostro benessere».
Da albergo a Casa del Goliardo e alcune curiosità
Nei primi del Novecento, così come scrive Luigi Giachery, l’Hotel de France vantava «115 stanze con 160 letti, una hall all’ingresso che guarda il giardino Garibaldi, una gran sala da pranzo, due sale per colazione, una per fumare, una di lettura, un grandioso giardino d’inverno, un giardino d’estate in cui comodamente sedute possono prendere il pasto 200 persone. Inoltre vi sono 32 bagni uniti agli appartamenti, il riscaldamento a termosifone in tutte le stanze e saloni, due ascensori, e per la pulitura dei tappeti l’apparecchio Wacum».
Sul finire della Belle Époque l’albergo cessa la sua attività e nel 1936 diventa la Casa del Goliardo grazie all’Università di Palermo. Il pensionato che poteva fornire vitto e alloggio a prezzo modico a cinquanta studenti rimase aperto fino agli anni Settanta. Oggi è una foresteria per i ricercatori dell’Università.
Tra le curiosità che riguardano l’albergo, una è collegata al personaggio di Joe Petrosino. Il poliziotto italiano naturalizzato statunitense trascorse qui, sotto falso nome, i suoi ultimi giorni di vita, precisamente presso la camera 16. Nella hall dell’albergo era stata posta una statua a grandezza naturale, ma in realtà lo scultore aveva sovradimensionato l’altezza del poliziotto. Petrosino infatti era alto solo 160 cm. Un’ala dell’ex hotel, ancora, ospita il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino. Si sviluppa su tre livelli e accoglie al suo interno numerosi spazi espositivi, un bookshop, la Biblioteca “Giuseppe Leggio”, una mediateca che conserva una preziosa documentazione video, audio e fotografica e una sala in grado di ospitare una programmazione teatrale e iniziative di studio e formative.
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