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Giovani e religione a Palermo, i dati del primo studio

A Palermo scuole chiuse e dad

I giovani palermitani hanno bisogno di spiritualità e sono alla ricerca di qualcosa che possa dare loro risposte e speranza, di un’identità religiosa. È quanto emerso da uno studio condotto dal Gris (Gruppo di ricerca socio religiosa) di Palermo e Sicilia: I giovani e la religione, un nuovo rapporto nella società contemporanea.

La ricerca pubblicata in un libro

L’indagine sulla religione scritta a otto mani da Tullio Di Fiore, presidente del Gris Palermo e Sicilia, Marcello Di Tora, professore associato alla facoltà di Teologia di Sicilia, Vito Impellizzeri teologo e Pino Lucà Trombetta, sociologo, ha coinvolto 2.503 studenti delle scuole cittadine. Grazie alla collaborazione di docenti di religione e sociologi. La ricerca è diventata un libro “I giovani e la ricerca della propria identità religiosa nella società contemporanea” (Dario Flaccovio Editore, 128 pagine, 20 euro).

I dati emersi dalla ricerca sulla religione

Secondo lo studio i giovani che si definiscono cattolici sono il 53%, ma solo il 36% di essi prega con costanza e il 70%, solo raramente. Cresce l’interesse per l’occultismo e l’esoterismo, circa il 70% dei giovani. Ciò che evidenzia lo studio è una crescente ricerca della spiritualità da parte di un’intera generazione. Circa l’80% degli intervistati, dato che spinge riflessioni sulle nuove sfide della Chiesa cattolica. Sono stati coinvolti sei istituti, tre licei e tre istituti tecnici e professionali, durante il 2018 e il 2019.

Cosa pensano i giovani della religione

«È la prima volta che si fa un’indagine simile a Palermo – dice Tullio Di Fiore – ci interessava capire come la pensino i giovani circa la religione. Il dato emerso fuori ci ha stupito, c’è una ricerca dei giovani un interesse verso la spiritualità. Si parla spesso di giovani senza parlare con loro, pensiamo di sapere cosa pensano e invece non è così».

La riflessione del presidente del Gris

«La chiesa cattolica non è più seguita dai giovanicontinua Di Fiore – perché non parla ai giovani. Bisognerebbe svecchiare il sistema e parlare con i giovani è il primo passo per avvicinarci a loro. Sapere cosa pensano e cosa provano. Ad esempio un altro dato che è emerso è che i ragazzi fanno training autogeno, circa l’80%, c’è una forte impennata di ansia tra i giovani, io sono insegnante di religione a scuola e lo noto. Probabilmente legato all’adolescenza, ma i giovani si stanno isolando complice la tecnologia che li porta a condividere sui social ma non nella vita reale. Il dato che è emerso non va sottovalutato, i giovani hanno bisogno di spiritualità e speriamo che non vada verso direzioni autodistruttive».

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Inusuale vista su una Cattedrale di Palermo vuota ph © Patrizia Grotta

La parole dell’Arcivescovo Lorefice

«Ritengo questi dati sulla religione importantissimi, perché ci danno la misura e la percezione di quello che i nostri giovani pensano rispetto a Dio, alla Fede, alla Chiesa e quali tendenze si stanno insinuando all’interno del mondo giovanile – dice l’arcivescovo Corrado Lorefice -. Altro dato importante ma più teologico-pastorale, questa ricerca dice a quanti operano pastoralmente tra i giovani qual è il sentire dei ragazzi di fronte alle diverse questioni analizzate. Vita dopo la morte, partecipazione alla messa o confessione. Lo scopo di questa ricerca non è sicuramente quello di fare numero nell’ambito delle ricerche statistiche. Ma quanto, piuttosto, quello di avviare processi di riflessione su una generazione troppo spesso qualificata negativamente e ritenuta priva di una sua dimensione propria».

Giovani e religione a Palermo, i dati del primo studio ultima modifica: 2021-02-01T12:14:13+01:00 da Alessia Rotolo

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