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CULTURA LO SAPEVI CHE

Il Genio di Palermo, nume protettore della città: ecco dove trovarlo

Genio Di Palermo
© Vito Di Modica

Palermo è protetta, non soltanto da mura ma soprattutto da entità che la hanno a cuore. La città dai mille patroni, potremmo definirla. Da Santa Rosalia, la Santuzza che dall’alto osserva il capoluogo siciliano, al Genio di Palermo, figura mitologica presente in numerosi angoli ma non troppo conosciuta. Un volto cristiano ed uno pagano, ma in fondo due facce della stessa medaglia, che sono divenuti nel tempo simboli della metropoli e dei suoi abitanti.

Il Genio di Palermo

Un genius loci, nella tradizione romana, era un’entità soprannaturale minore ma assai antica, legata a un luogo. Il Genio di Palermo è proprio la strana divinità che ha il possesso, in quanto inventore, del capoluogo siciliano e che lo difende, al pari di Santa Rosalia. Le due figure appaiono come complementari, tanto che al grido di “Viva Palermo e Santa Rosalia”, alcuni hanno sostenuto che il primo appellativo della città si riferisse proprio al Genio.
Il Genio di Palermo è rappresentato come un vecchio dagli abiti regali e con una corona sul capo, che siede su un trono. Un elemento peculiare del nume è la folta e lunga barba, divisa in due punte. La divinità, nelle sue numerose versioni, è attorniato da animali diversi: spesso, attorno a sé ha un serpente che si appresta a morderlo ed è sormontato da un’aquila, simbolo di Palermo. Talvolta, ai suoi piedi appare anche un cane, emblema della fedeltà.

Genio Di Palermo

Il Genio di Palermo a Villa Giulia, realizzato da Ignazio Mirabitti (Photo by Vito Di Modica)

La leggenda

Nella Sicilia del Cinquecento, ai tempi amministrata dagli spagnoli, il letterato Vincenzo Di Giovanni rivelò quale fosse l’origine del Genio di Palermo. La prima raffigurazione del nume, secondo l’erudito, sarebbe stata opera dei Romani e, in particolare, di Scipione l’Africano. Il noto condottiere, infatti, avrebbe onorato con tale dono la città, che gli era stata alleata nella battaglia contro Annibale. Il genius loci rappresenterebbe proprio Palermo, nella figura del suo fondatore, mentre il serpente sarebbe lo stesso Scipione l’Africano, in rappresentanza di tutti i suoi concittadini. Il rettile, in alcune raffigurazioni, sembra star traendo nutrimento dal petto del vecchio incoronato, nell’atto di succhiare da una mammella. Il gesto potrebbe simboleggiare le sofferenze patite dalla città a seguito delle dure sconfitte subite contro Cartagine per dare manforte agli alleati. “Panormus conca aurea suos devorat alienos nutrit” (“Palermo conca d’oro, divora i suoi, nutre gli altri”), questa l’incisione sotto uno dei Geni.
Un’altra ipotesi, anch’essa correlata alla frase latina sopracitata, lascia supporre un’eventuale discendenza del Genio di Palermo da Saturno o Kronos. La divinità, protettrice dell’agricoltura, è spesso rappresentata nell’atto di divorare i propri figli ed è simbolo di abbondanza. Il serpente, ad ogni modo, è da sempre associato alla terra e alla rinascita. Il simbolo che avvinghia il vecchio, dunque, rimanda ai continui rinnovamenti a cui la città multietnica è stata soggetta nel corso della sua storia. Popolazioni di provenienza e cultura differente, nel tempo, si sono susseguite a Palermo, sia da conquistatori che da ospiti graditi, donando sempre al capoluogo ricchezza nuova.

Dove trovarlo

Il Genio di Palermo è rappresentato in innumerevoli angoli della città attraverso diverse forme, dall’affresco alla scultura. È ancora incerto quanti ce ne siano all’interno delle mura del capoluogo siciliano. Una leggenda vuole che ne esistano sette, ma essi sono molti di più. Le due raffigurazioni più antiche, entrambe scultoree, si trovano una al Porto e l’altra a Palazzo Pretorio, quest’ultima è detta “u nicu” per le sue dimensioni ridotte. Uscendo dal palazzo, su Piazza Pretoria, se ne trova un altro tra le statue della fontana. Nel cuore del mercato della Vucciria, a piazza Garraffo, eccone ancora uno, realizzato intorno alla fine del 1400. Il Genio del Molo, invece, è detto “u grandi” e si trova nella fontana di Piazza Rivoluzione. Una statua di Ignazio Marabitti raffigurante il Genio, tra le altre, adorna Villa Giulia.

Genio di Palermo dell'Apoteosi

Il Genio di Palermo nell’affresco dell’Apoteosi di Palermo di Vito D’Anna (1760) (Photo by Giovanni Filoramo, FAI)

Molte sono, inoltre, le raffigurazioni pittoriche del Genio di Palermo. In un salone di Palazzo Isnello, ad esempio, si trova l’affresco “Apoteosi di Palermo” realizzato da Vito D’Anna, dove il nume è il protagonista. Anche nella parete affrescata della cappella di Santa Rosalia nella Chiesa del Gesù, la divinità è un personaggio centrale. Entrando nella Cappella Palatina di Palazzo dei Normanni, infine, potrete trovare un mosaico del vecchio incoronato.
E voi, conoscete altre raffigurazioni del Genio di Palermo nascoste negli angoli più remoti della città? Ecco, per i più curiosi, una mappa delle opere realizzata nell’ambito del progetto di ricerca a cura di Fabrice de Nola.

Il Genio di Palermo, nume protettore della città: ecco dove trovarlo ultima modifica: 2019-02-20T12:29:46+01:00 da Chiara Ferrara

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