Quest’autunno si prospetta problematico come avevano annunciato diversi esperti nel corso dei mesi più duri della pandemia in Italia. Arrivano le “micro zone rosse” dentro la città di Palermo. Si tratta delle sedi della missione di Speranza e Carità di Biagio Conte, dove sono circa un centinaio i positivi al coronavirus che vi sono ospitati. Sono sei i ricoverati in tutto, due già negli scorsi giorni avevano avuto bisogno dello spostamento in una struttura ospedaliera.
Positivi destinati ad aumentare
Si legge sulla pagina Facebook dell’organizzazione di assistenza che «due Missionari sono stati ricoverati, Fratello Giovanni con Polmonite e anche un altro fratello – di cui si dice sempre nello stesso post – non sappiamo quali sono le sue condizioni generali». Anche se fino a ieri il numero registrato di positivi era di 103, il numero, purtroppo, è destinato a crescere man mano che arriveranno gli esiti degli altri tamponi.
La Missione di Biagio Conte è impegnata da quasi trent’anni nell’accoglienza dei “nuovi poveri” della città, ovvero di tutti quelli che rimangono indietro e ai margini della società. Fra gli oltre 450 assistiti dalla Missione nelle tre diverse strutture, vi sono clochard, vagabondi, giovani sbandati, alcolisti, ex detenuti, prostitute, profughi che, come dicono nelle strutture francescane, «chiamiamo tutti fratello e sorella senza alcuna distinzione».
Le strutture dichiarate “zona rossa”
La situazione nelle strutture adesso dichiarate zone rosse da un’ordinanza (ai sensi dell’articolo 3 del Dl 25 marzo 2020 n.19) ad hoc del Presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, è di seria seria difficoltà. Si legge fra le comunicazioni della Missione che «i pochissimi missionari e volontari sono allo stremo delle forze e continuano a darsi da fare». Si richiede infatti il continuo sostegno della Missione con tutti gli aiuti possibili, anche – si legge – «attraverso una parola buona».
Dove si trovano le missioni di Biagio Conte
Mentre è ancora in corso lo screening di positività al Covid, i positivi sintomatici, fra assistiti e missionari, sono stati trasferiti nelle strutture sanitarie e alcuni non sintomatici sono stati trasferiti presso il San Paolo. La struttura più critica è quella di via Decollati che ospita circa 300 persone. Le altre sono quella di via Archirafi n. 31, denominata “Missione Speranza e Carità”; quella di via Garibaldi n. 3, denominata “Accoglienza Femminile”; e infine la sede di via Cottolengo n. 48 a Villaggio Ruffini.
Non è di tutti la “parola buona”. Non si è fatta attendere la caccia all’immigrato untore. È da segnalare l’immediata reazione del leader della Lega Matteo Salvini che ha accusato come le strutture ospitino «decine di positivi, quasi tutti immigrati – che, sempre secondo Salvini – pretendono di uscire».
Problemi nella gestione della quarantena
La realtà è che invece diversi assistiti dalla Missione di Biagio Conte si sono proprio rifiutati di essere spostati dalle strutture francescane. Diversi positivi hanno rifiutato il trasferimento al Covid-Hotel San Paolo per la quarantena obbligatoria, rendendo comunque più critica la situazione delle missioni. Per questo motivo, nei centri, adesso, potranno entrare e uscire solo gli operatori sanitari e socio-sanitari ed il personale impegnato nella assistenza sul posto.
Gli enti coinvolti per aiutare la missione
Il Comune di Palermo, in collaborazione con la Protezione Civile e la Caritas, si sta occupando della fornitura dei pasti. Inoltre, un presidio logistico-sanitario permanente composto da ASP e Comune in ciascuna della quattro sedi, è affiancato da operatori sanitari di Medici senza Frontiere e i mediatori culturali. Le strutture sono anche costantemente vigilate dalle Forze dell’Ordine.
Nella zona rossa «prima i più fragili»
Spiega il sindaco palermitano Leoluca Orlando: «La delimitazione come “zona rossa” mette nelle condizioni di necessario isolamento gli spazi della Missione a garanzia degli ospiti della stessa e della restante popolazione cittadina. In Prefettura, in uno spirito di collaborazione istituzionale ma anche di comprensione delle difficoltà vissute dagli ospiti della Missione, si è scelto di dare secondo le indicazioni sanitarie prioritaria necessaria assistenza ai soggetti più fragili, in particolare coloro che necessitano di cure specialistiche o che vivono una condizione di disagio psichico; entrambe situazioni difficilmente conciliabili con una situazione di limitazione come è quella della Zona rossa».