Dopo l’apertura istituzionale di dicembre nell’anniversario della nascita di Giuseppe Pitrè, celebrato con un evento streaming, il museo etnografico riapre al pubblico dal 10 marzo. Dopo ben cinque anni di chiusura per lavori di manutenzione e riallestimento delle collezioni. Completati i lavori, il museo è pronto ad accogliere i visitatori, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18.30 (ultimo ingresso consentito alle 18). La riapertura su prenotazione (costo del biglietto da 1 a 8 euro, gratis per under6) consente anche la possibilità di visite guidate. Molte già richieste da guide turistiche in attesa della riapertura.
La storia del museo Pitrè
La storia e le vicissitudini di questa istituzione culturale attingono ai primi anni del museo. Alla morte del Pitrè, avvenuta nel 1916, le collezioni rimasero inaccessibili al pubblico. Anche perché nella sede dell’epoca, alcune sale all’interno del collegio dell’Assunta, non potevano essere disposte secondo le volontà del suo ideatore. Fu solo nel 1935, con Giuseppe Cocchiara rettore fino al 1965, che il museo trovò sede definitiva in una delle dipendenze della Casina Cinese nel parco della Favorita. Con una struttura conforme alle volontà del Pitrè. Il Museo presenta una sala al centro di un crocevia di cortili, costeggiato da una fuga di 30 sale che custodiscono, articolate in 20 sezioni, arredi, corredi, filati e tessuti, costumi d’epoca delle tradizioni contadine siciliane, ceramiche. E, non ultima, una biblioteca con ben 30.000 volumi disponibili.
Le collezioni del museo
Sono circa 4.000 gli oggetti custoditi, provenienti da un nucleo originario di circa 1.500 reperti raccolti dallo stesso Pitrè. Dalle collezioni etnografiche cedute dall’ex Museo nazionale di Palermo e da donazioni private. Carretti siciliani – con le varianti da lavoro o da festa – telai, arredi di cucine dell’epoca dei Borboni, culle, costumi, tra i quali l’abito tradizionale di Piana degli Albanesi. Ma ancora abiti di contadini, di pastori e cacciatori, pupi, arredi di confraternite, opere d’arte su vetro. E poi ancora presepi, della magistrale tradizione trapanese, giochi, acquasantiere ed ex voto, testimonianze che ancora trovano riscontro nell’attualità dei nostri giorni. Di notevole interesse è la “Sala delle carrozze” dove si possono ammirare due splendide carrozze appartenute al Senato palermitano.
Tornerà in attività anche il teatro dell’Opera dei Pupi
È stato annunciato dall’assessore Zito che tornerà in attività anche il teatro dell’Opera dei Pupi. Era stato smontato e custodito nei depositi di Palazzo Tarallo di Ferla – Cottone d’Altamira, e trasferito presso la sede del Museo e qui rimontato a cura del Museo Internazionale delle Marionette “Antonino Pasqualino”. Oltre al teatrino dell’Opera dei Pupi, fanno parte del nuovo allestimento del Museo anche portantine e mobili settecenteschi, e la “stanza della Memoria”, dedicata a Giuseppe Pitrè. Nel 2018 la sede del Museo Pitrè della Favorita era stato oggetto di un presunto furto, poi risolto. Gli oggetti mancanti si trovavano in realtà all’interno della struttura museale, conservati nei depositi poiché il museo era chiuso al pubblico per i lavori di allestimento.