Nel centro storico di Palermo, precisamente nel quartiere della Loggia nei pressi della Cala, sorge un edificio di culto caratterizzato da una delle storie più antiche di sempre: è la Chiesa di san Giorgio dei Genovesi. Siamo di fronte a una storia di potere, precisamente del potere marittimo esercitato da un gruppo di Genovesi che nel XVI secolo si erano stanziati nel capoluogo Siciliano e avevano conquistato una posizione sociale ed economica di grande prestigio. Ma la Chiesa di san Giorgio dei Genovesi non ebbe sempre questo nome…
Da Chiesa di san Luca a Chiesa di san Giorgio dei Genovesi
Siamo nel 1424. La confraternita di san Luca in questo periodo gode di grande prestigio. Il loro luogo di culto e di ritrovo è una Chiesa situata nel quartiere della Cala a Palermo: è l’omonima Chiesa di san Luca. Nel frattempo, negli stessi anni, i Genovesi acquisivano sempre più potere all’interno della città. La maggior parte dei banchieri e commercianti provenivano da Genova. Anche questo piccolo gruppo proveniente da terre straniere di stanza a Palermo aveva il suo luogo di culto presso la Chiesa di san Francesco d’Assisi.
All’incirca un secolo dopo, però, precisamente nel 1576, la Chiesa di san Luca venne abbattuta. I Genovesi presero in carico l’opera di restauro, ordinando come direttore dei lavori l’architetto piemontese Giorgio Di Faccio. Nel 1596 quest’ultimo porta i lavori a termine. La Chiesa di san Luca diventa Chiesa di san Giorgio dei Genovesi. Il luogo di culto si trovava tra il molo e la porta di san Giorgio, nonché porta di uscita dalla città. La posizione dell’edificio ovviamente era prettamente simbolica. I Genovesi, impossessandosi di una chiesa posta tra il molo e la porta di uscita da Palermo, volevano trasmettere un forte segnale: il popolo di Genova deteneva ormai il potere delle attività mercantili e finanziarie delle banche.
Struttura architettonica esterna
La struttura architettonica esterna della chiesa di San Giorgio dei Genovesi si rifà principalmente allo stile toscano rinascimentale tipico della Sicilia del ‘400. Un imponente cornicione divide i due ordini da cui è caratterizzata la facciata dell’edificio. Il primo ordine, a sua volta, è suddiviso in tre sezioni, ad ognuna delle quali corrisponde un ingresso al luogo di culto. I tre ingressi sono inquadrati da quattro grandissime lesene. Sui due ingressi laterali sono situate due finestre, alle quali corrispondono le navate interne della Chiesa. La seconda sezione della Chiesa è costituita da un oculo ovoidale posto al centro della facciata. Questa si trova sotto il frontone piatto di chiusura ed è anch’essa inquadrata da due lesene di grandezza ridotta.
Gli interni
La Chiesa di san Giorgio dei Genovesi presenta una pianta basilicale a croce latina suddivisa in tre navate. Elementi caratteristici dell’edificio sono 40 colonne in marmo di Carrara poste al ridosso delle navate, la cui costruzione fu affidata allo scultore Battista Carabio. Un piccolo altare marmoreo costituisce invece il vano absidale della Chiesa. Ma l’impronta dei Genovesi è altamente percepibile all’interno delle navate; qui si trovano dei sarcofagi funerari di bambini di origini Genovesi. All’interno della chiesa si trovano diverse cappelle, tutte consacrate ai banchieri e mercanti più importanti di Genova che risiedevano a Palermo. Lungo tutto il pavimento, invece, si trovano 64 lastre sepolcrali sopra le quali sono incisi i nomi dei defunti. Tra questi figurano le più importanti famiglie Genovesi dell’epoca; Grimaldi, Ferrero, Serra, Pallavicini sono solo alcuni dei nomi più importanti.
I tesori della Chiesa di san Giorgio dei Genovesi
I Genovesi erano arrivati ad occupare una posizione sociale di grande rilievo all’interno del capoluogo Siciliani. Erano tra le persone più ricche di Palermo e anche loro questo lo sapevano benissimo. Il loro intento ora era quello di acquistare sempre più potere e, soprattutto, riconoscimento sociale. È questo il motivo per cui decisero di investire ingenti somme di denaro per comperare numerose opere d’arte da inserire all’interno della loro chiesa. Tra queste, troviamo soprattutto un’immensa collezione di quadri. Ad ogni cappella corrisponde la presenza di un quadro. Nella navata sinistra troviamo i dipinti “Santa Maria del Rosario e Santi“, il “Martirio di san Vincenzo di Saragozza“, la “Lapidazione di Santo Stefano protomartire” e infine il “Battesimo di Cristo“. Nella navata di destra abbiamo invece “L’estasi di san Francesco“, la “Madonna Regina di Genova“, “l’Annunciazione”, “San Luca che ritrae la Vergine” e il “Martirio di san Giorgio“.
Comizi d’amore è uno dei documentari più belli del famoso regista e letterato Pier Paolo Pasolini. Il lungometraggio è uscito nelle sale cinematografiche nel 1965. Qualche anno addietro il regista girò una scena a Palermo, precisamente davanti la chiesa di San Giorgio dei Genovesi. La facciata, ai tempi, presentava i danni causati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Ad oggi fortunatamente la chiesa è stata ristrutturata e abbiamo così il privilegio di poterla ammirare in tutta la sua bellezza. L’ingresso alla chiesa di san Giorgio dei Genovesi è possibile per il pubblico dal lunedì al sabato dalle ore 9 alle ore 13, alla modica cifra di 5 euro.