Molte persone che si recano nella Trinacria, per svariati motivi, ne rimangono folgorati. Ciò è accaduto pure in passato, ad esempio con i celebri omaggi da parte di Goethe. Anna de Noailles è stata una poetessa francese che ha dedicato dei componimenti alla Sicilia e in particolar modo a Palermo.
Curiosità attorno alla figura
Anna de Noailles (Elisabeth Bassaraba de Brancovan da nubile) nasce a Parigi il 15 novembre 1876. Le sue origini sono rumene, la madre è la pianista greca Raluca Moussourous. La zia Elena Bibescu ha dato un contributo notevole nell’animare la vita artistica parigina nell’epoca della Belle Epoque. Anna continua su questa scia e così l’Hotel de Brancovan diviene un vero e proprio salotto artistico-letterario. Esso è frequentato da personalità di spicco del periodo (inizi XX secolo), tra cui Jean Cocteau e Marcel Proust, con cui c’è stata un’intensa amicizia, iniziata già dai cugini. Anna sposa Mathieu de Noailles, da cui ha un figlio, Anne Jules, nato nel 1900.
Ella, insieme ad altre donne, fonda il premio Vie Heureusé, sostenuto dall’omonima rivista. Questo negli anni ’20 cambia nome in Prix Femme, un riconoscimento per la miglior prosa o poesia francese scritta in femminile. Anna de Noailles è stata una donna affascinante: diversi pittori ne sono rimasti colpiti e l’hanno ritratta. Ella inoltre ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti. La nobildonna muore a Parigi il 30 aprile 1933. Ella ha dimostrato sempre un buon gusto estetico, il piacere del bello, declinandolo in varie discipline e attività.
Anna de Noailles: i suoi versi sulla Sicilia
La Sicilia è perdutamente bella perché dispiega ai nostri occhi quello splendore del mondo che è in noi. Così la poetessa francese definisce la Trinacria, come un fanciullo immerso nell’avventura. Ella, nel corso del viaggio, ha teso a rapportarsi in modo viscerale col territorio, cercando di scoprire i dettagli, i simboli, l’essenza più profonda. Un viaggio esistenziale, in cui Anna de Noailles ricerca la sua interiorità in tutto quel che osserva, sente, percepisce. Ella riporta tutto ciò nella raccolta Les Vivants et les mots, del 1913, un peregrinare tra Palermo, Catania, Siracusa, Agrigento di quattro anni prima.
Al capoluogo siciliano dedica un componimento tanto intenso quanto struggente. Ne Il porto di Palermo la poesia descrive la bellezza folgorante della città, evidenziandone le contraddizioni che la rendono al contempo ammaliante e martoriata.
"Dalla mia stanza satura di calore, guardavo il vecchio porto, denso di catrame, ascoltavo il brusio dei venditori, rivali nella frode, tra i sacchi di grano, di farina, di frutta, sotto il cielo colorato di splendore e di noia. Mi piacevano la rada nera e i poveri moli, le navi rugginose, che grondavano l’eterna nostalgia del cuore umano: partire!"
I versi di Anna de Noailles inoltre rievocano pure la natura della Sicilia. in tutto il suo aspetto più atavico, ed ella è in connessione con questo.
"Ma le sere sono oppresse dai loro intensi profumi, la palma, dal grande cuore, soffre della sua opulenza, ogni cosa, nel trionfo, ricerca il suo sollievo. Che significa la voluttà del cielo nelle tenere notti? E i giardini che singhiozzano i loro profumi? e le panie, che i gridi degli uccelli tendono nello spazio ansioso che tace, aspettando?"
Versi in parte malinconici, in parte carichi di vitalità. La poetessa francese, che ha scritto pure tre romanzi, così interagisce con la Sicilia. La Trinacria come metafora di un viaggio interiore, ne esplora i luoghi dell’anima in profondità. Una testimonianza che dimostra l’elevato potenziale del territorio siciliano a chi lo vive, che può far emergere le dimensioni più viscerali.
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