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PERSONAGGI STORIE

Angelina Lanza Damiani: la scrittura come ricerca spirituale

Angelina Lanza Damiani: poesia e scrittura come continua ricerca interiore

Angelina Lanza Damiani: poesia e scrittura come continua ricerca interiore

Una donna che ha manifestato tutta la sua essenza attraverso carta e penna. Una figura femminile che ha teso ad esprimersi mediante la scrittura. Angelina Lanza Damiani è una letterata della Palermo tra fine ‘800 e inizi ‘900 da ricordare.

Cenni biografici

Angelina Lanza Damiani nasce il 13 febbraio 1879. Sin dalla più tenera età ha ricevuto stimoli artistico-culturali da parte della famiglia. Particolarmente il padre è Giuseppe Damiani Almeyda, architetto, il quale ha realizzato il Teatro Politeama. La madre è Eleonora Mancinelli, poetessa, figlia del pittore Giuseppe. Come riportato da Ettore Caccia, critico letterario, “Anche l’ambiente familiare la predisponeva al culto delle cose belle”. Si racconta, infatti, che i genitori hanno organizzato sempre ricevimenti con amici e conoscenti, tutti artisti e intellettuali dediti a letture ad esecuzioni musicali. Nel 1898 Angelina Damiani sposa Domenico Lanza, docente di botanica e direttore dell’Orto Botanico della città. Da questo matrimonio nascono cinque figli, ma è stata un’unione inappagante.

Il talento di Angelina emerge nel 1912 con la pubblicazione dei versi La fonte di Mnemosine, in cui si ispira a Pascoli e Carducci. Ella riceve apprezzamenti da diversi intellettuali, la si omaggia pure nel periodico artistico-letterario Nuova Antologia. Così la donna scrive per diverse testate giornalistiche, tra cui il Corriere di Sicilia; inoltre mantiene una corrispondenza con vari letterati. Da ricordare pure la frequentazione della Biblioteca filosofica di Palermo.

Angelina Lanza Damiani, una vita difficile
Angelina Lanza Damiani, una vita sofferta ma al contempo incline alla ricerca spirituale fonte Facebook

Angelina Lanza Damiani: i cambiamenti importanti nella sua vita

La poetessa incontra a Gibilmanna Giustino de Patti, il quale le ha fatto conoscere la filosofia di Antonio Rosmini. Essa, da quel momento, si accosta ai suoi scritti, compresi quelli in cui Rosmini parla di Fogazzaro e Manzoni. Incomincia così un percorso spirituale sempre più profondo, verso la continua ricerca di se stessa. Rispetto a ciò incidono le due morti delle due figlie Antonietta e Maria Filippina.

Nel 1928 Giuseppina Lanza Damiani è socia dell’Accademia Nazionale di Scienze, Lettere ed Arti di Palermo; quattro anni dopo costituisce il primo cenacolo su ispirazione del pensiero di Rosmini. Tra il 1924 e il 1936 scrive il Diario spirituale; da ricordare inoltre il romanzo La casa sulla montagna, pubblicato postumo nel 1941. La scrittrice e poetessa muore a Gibilmanna il 14 luglio 1936. In sua memoria è dedicata una piazzetta di Palermo e due strade a Giarre e a Gratteri.

Curiosità attorno la sua produzione

Angelina Lanza Damiani ha lasciato un’eredità cospicua di poesie, saggi, articoli, romanzi. Sembrano complessi i significati da decifrare rispetto a ciò che ha scritto, ma in realtà non lo è. L’autrice fa emergere una continua ricerca di se stessa attraverso la spiritualità. In certi momenti della vita, quali la crisi col marito e soprattutto le morti delle figlie, Angelina è stata immersa nella sofferenza. Oltre che questo, ella nella vita ha provato dolore e incomprensione. Col marito non c’è stata sintonia in quanto lui positivista e lei più incline verso la spiritualità.

Così Angelina, tramite i suoi scritti, riesce ad apprezzare il valore delle piccole cose, quelle che scandiscono la quotidianità. Si riconosce la presenza del gatto, dei sedili, dell’antica quercia. Aspetti che portano ad affiorare vecchie emozioni, quelle della genuinità di alcune caratteristiche della vita. E’ soprattutto nel romanzo La casa sulla montagna che si evince tutto ciò. Una letterata palermitana da rammentare maggiormente per ciò che ha lasciato. Angelina Lanza Damiani nei suoi scritti ha saputo far convergere spiritualità e genuinità delle piccole cose.

Angelina Lanza Damiani: la scrittura come ricerca spirituale ultima modifica: 2022-04-05T09:00:00+02:00 da Angela Strano

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Roberto Bellassai

Da quello che leggo mi sembra una donna che a causa del matrimonio non abbia avuto quella dovuta visibilità espressiva nella vita coniugale, nè il quella letteraria. Sicuramente il matrimonio è una gabbia da cui si uscire, per dirla con Silvano Agosti.

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