Addio a Letizia Battaglia. Fotografa, testimone e narratrice. Punto di riferimento, simbolo della rinascita di Palermo dopo la stagione delle stragi e donna straordinaria. Iconica, irriverente e immensa. Letizia Battaglia rendeva visibile l’invisibile. Ogni sua fotografia racconta una storia e un retroscena. I suoi scatti hanno aperto una nuova strada, quella della narrazione per immagini. Letizia è stata questo e molto altro.
Addio a Letizia Battaglia
Come raccontare in poche righe la vita di Letizia Battaglia? Impossibile. Letizia è stata una moltitudine. Ha raccontato di una Palermo irredimibile, delle sue luci e delle sue ombre. Della mafia, della città che fluiva attorno con i suoi quartieri e i suoi volti. Letizia Battaglia ha raccontato il mondo che si mostrava ai suoi occhi. Letizia, ancora, è riuscita a restituire l’essenza. Le sue immagini in bianco e nero raccontano la quotidianità. Inutile ribadire quanto siano belli i suoi scatti, anche quelli che raccontano la mafia. La Battaglia da un lato si «poneva di fronte alla morte con gli zoccoli e vestita male», dall’altro doveva «fotografare bene, nonostante i sentimenti, lo sgomento e il dolore di dover vedere sia un corpo morto con la violenza, sia i familiari, la gente che urlava».
Ha sempre cercato la bellezza. La bellezza come arma, come ribellione e come conforto a tanto sgomento. Ha sempre combattuto per le ingiustizie e per la libertà. Ha lottato contro gli stereotipi e i pregiudizi. A 40 ha iniziato la sua carriera ed è stata la prima fotoreporter donna al giornale «L’Ora». Lei è stata la prima a fotografare la scena del delitto di Piersanti Mattarella, ucciso dalla mafia il 6 gennaio del 1980, in via Libertà a Palermo. Sempre lei a fotografare, all’uscita dell’hotel Zagarella, Nino Salvo con Giulio Andreotti.
Una moltitudine
Nel 1985 Letizia Battaglia è stata la prima donna europea a vincere a New York il premio «Eugene Smith». Nel 1999, invece, il «Mother Johnson Achievement for Life». Nel 2017, ancora, il «New York Times» l’ha citata come una delle undici donne dell’anno. Con la sua macchina fotografica ha immortalato le stragi e i boss. È stata minacciata e ha ricevuto un calcio da Bagarella quando l’ha fotografato. Non si è mai scoraggiata, non ha mai fatto un passo indietro. Ha trasformato la disperazione e la cattiva sorte in bellezza. Legata indissolubilmente alla sua Palermo, nonostante le occasioni di trasferirsi a Milano o andare a Parigi o New York, è sempre tornata qui. La sua Palermo. I suoi odori, i suoi quartieri e le sue voci. Addio Letizia Battaglia, Palermo perde un punto di riferimento.